Report Hpi: "Il 90% degli italiani colpito da forme di dolore, metà lo vive in solitudine"
Salute e BenessereSecondo i dati emersi dalla quinta edizione dell’Haleon Pain Index , nel corso dell’ultimo anno hanno sofferto di una qualche forma di dolore 9 italiani su 10. Nell’affrontarlo 1 persona su 2 era da sola. La ricerca è stata condotta su oltre 18mila persone in 18 paesi, tra cui l’Italia
Nel corso dell'ultimo anno, ben il 90% degli italiani ha sperimentato qualche forma di dolore. Sorprendentemente, la metà di coloro che hanno affrontato questo disagio lo ha fatto in solutudine sperimentando non solo l'isolamento sociale ma anche la sensazione di essere stigmatizzati, con il 46% degli italiani che si sente emarginato e il 26% che teme di essere oggetto di giudizio a causa della propria condizione. Questi dati emergono dalla quinta edizione dell'Haleon Pain Index (Hpi), un'indagine globale condotta su oltre 18mila persone in 18 paesi, tra cui l'Italia. Questo studio è stato promosso da Haleon, un'azienda leader nel settore della Salute del Consumatore.
L'autrice dello studio: "Dolore quotidiano non può essere banalizzato"
"Il dolore quotidiano - afferma Linda Papadopoulos, psicologa e autrice dello studio - è un problema di salute che può essere ignorato con facilità, rifiutato o banalizzato. Molte persone non si rendono conto che i suoi effetti possono essere peggiori dei sintomi stessi. Il risultato che deriva dalla mancanza di empatia con gli altri e dall'essere trattati in modo diverso - continua - determinano solitudine e un impatto sulla salute mentale non trascurabile e in via di peggioramento. Come società, abbiamo il dovere di intervenire laddove si continua prepotentemente a manifestare una sorta di indurimento verso un tema così rilevante di salute con ripercussioni di natura sociale ed economica".
approfondimento
Dolore cronico: i possibili effetti della "terapia della parola"
Impatto sociale del dolore crescito del 25%
Dalla prima edizione del 2014 - si legge in una nota - l’Hpi evidenzia come l'impatto sociale ed emotivo del dolore sia cresciuto di quasi il 25%, con lo stigma e l'isolamento sociale derivanti dal dolore quotidiano in aumento in tutto il mondo. Il 50% riferisce di trascorrere regolarmente, in caso di episodi di dolore, del tempo in solitudine, classificata come grave per 1 su 3: il 64% dichiara di essere meno socievole. Un fenomeno, quello della solitudine e dell'isolamento sociale, sollevato recentemente (primavera 2023) dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dal National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion per i suoi effetti devastanti sulla salute pubblica. -
approfondimento
Cistite interstiziale cronica: cos'è e quali sono i sintomi
Oltre la metà delle donne che provano dolore si sente discriminata
A livello globale, però gli italiani sono tra le persone che soffrono meno di altri il dolore come tabù: il 26% dei connazionali contro il 39% degli intervistati, ma si tratta comunque di un dato elevato che spinge a soffrire in silenzio per non essere giudicati, soprattutto nel caso dei più giovani. Il 39% della Gen Z ritiene che subire episodi di dolore equivale a vivere un tabù e quindi preferiscono non parlarne, rispetto al 33% dei Boomers, inoltre il 70% si è sentita discriminata o non creduta rispetto al 39% degli adulti (59-77 anni). Il report Hpi - continua la nota - evidenzia anche una differenza di genere. Il 51% delle donne italiane si è sentita discriminata o non creduta rispetto al 44% degli uomini. Anche il 62% delle persone Lgbq+ rispetto al 46% degli eterosessuali. Gli intervistati concordano sulla necessità di una visione più personalizzata e compassionevole del dolore. Per vincere isolamento e pregiudizi, chiede più empatia il 69% del campione. Infine, medici e farmacisti, pur avendo ruolo attivo nella gestione del dolore, secondo gli intervistati devono però avere una migliore formazione il 71% per i medici e il 61% dei farmacisti.
approfondimento
Endometriosi e vulvodinia, i sintomi da non ignorare
"Dolore esperienza umana universale"
"Mentre il dolore è un'esperienza umana universale - sottolinea Lisa Jennings, Head of Global Over the Counter Category di Haleon - con conseguente solitudine e stigma per molti, il suo impatto varia considerevolmente tra i gruppi sociali, con i più emarginati tra i più colpiti. La nostra ambizione è quella di abbattere le barriere per raggiungere una migliore salute quotidiana per tutti, indipendentemente da età, razza, etnia, genere, orientamento sessuale, disabilità e altri fattori. L'Haleon Pain Index - aggiunge - mostra che è possibile ridurre l'impatto sociale ed emotivo del dolore spostando le percezioni e le conversazioni sulla gestione del dolore. Ecco perché stiamo agendo attraverso diversi programmi come la nostra iniziativa #ListenToPain, a disposizione degli operatori sanitari di tutto il mondo".
leggi anche
I bambini hanno paura dell'anestesia? Un videogioco per superarla
Come funziona il programma Listen to pain
Il programma #ListenToPain di Haleon supporta gli operatori sanitari per migliorare la comunicazione con i pazienti e avere una discussione mirata sul dolore. #ListentoPain include cinque profili che descrivono persone con atteggiamenti e comportamenti diversi nei confronti della gestione del dolore che aiutano gli operatori sanitari a personalizzare il loro approccio con i pazienti. Con la continuità delle cure, capire veramente come il dolore può cambiare nel tempo permette di migliorare le strategie di gestione del dolore e di renderle più efficaci a lungo termine.