Covid, nei casi gravi dopo la degenza aumenta il rischio di aritmie. Lo studio

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La ricerca, condotta dall'Istituto Karolinska di Stoccolma, ha preso in esame i dati del registro svedese delle unità di terapia intensiva per identificare tutti i pazienti trattati con ventilazione meccanica e dimessi tra marzo 2020 e giugno 2021. Nei soggetti che hanno avuto necessità di ventilazione assistita è stato osservato un incremento del rischio di 16 volte di tachicardia ventricolare

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Chi ha avuto il Covid in forma grave, con un ricovero che ha richiesto il ricorso alla ventilazione meccanica, nel primo semestre dopo la degenza ha un rischio 16 volte superiore di sviluppare una tachicardia ventricolare rispetto ai pari età che non hanno avuto la forma grave. Lo dice una ricerca condotta da Marcus Stahlberg dell'Istituto Karolinska di Stoccolma e presentata ad Ehra 2023, il congresso annuale della European Heart Rhythm Association che fa parte della Società Europea di Cardiologia.

Lo studio

La ricerca ha preso in esame i dati del registro svedese delle unità di terapia intensiva per identificare tutti i pazienti con Covid trattati con ventilazione meccanica e dimessi da un'unità di terapia intensiva tra marzo 2020 e giugno 2021. Sono stati presi in considerazione 3.023 pazienti con Covid grave che hanno ricevuto ventilazione meccanica e 28.463 individui della popolazione generale che invece non erano stati in un reparto con ventilazione assistita. L'età media delle persone coinvolte era di 62 anni. Il monitoraggio è proseguito per nove mesi dopo la dimissione. Nei soggetti con Covid grave e necessità di ventilazione assistita si è osservato un incremento del rischio di 16 volte di tachicardia ventricolare, di 13 volte di fibrillazione atriale, di 14 volte di altre tachiaritmie e di 9 volte di bradicardia/ impianto di pacemaker.

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I soggetti a rischio

Secondo quanto hanno osservato gli studiosi, i pazienti con Covid che necessitano di ventilazione meccanica spesso presentano altre condizioni patologiche e la comparsa di un disturbo del ritmo cardiaco può portare a un peggioramento della salute. È utile quindi consultare un medico per capire se dopo la dimissione dall'ospedale si sono verificate palpitazioni o battiti cardiaci irregolari ed essere valutati per possibili aritmie. Per i ricercatori l'effettiva probabilità di sviluppare tachicardia ventricolare o altre aritmie dopo aver avuto il Covid grave è bassa per il singolo paziente, ma molto più alta rispetto a chi non ha avuto l'infezione grave.

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