Long Covid, non sola una causa: secondo nuovi studi potrebbe essere un insieme di malattie
Salute e BenessereSecondo uno studio del gennaio 2023, pubblicato su Nature, i pazienti affetti da long covid potrebbero essere intorno ai 65 milioni, poco meno della popolazione della Francia o dell'Italia, per intenderci.
Il long covid, il nome attribuito all'insieme di disturbi che permangono per mesi dopo un'infezione da SARS-CoV-2, non ha un'unica sindrome con una singola causa, ma piuttosto un gruppo di malattie raggruppate per semplicità sotto allo stesso termine-ombrello, e con diverse origini. Secondo uno studio del gennaio 2023, pubblicato su Nature, i pazienti affetti da long covid potrebbero essere intorno ai 65 milioni, poco meno della popolazione della Francia o dell'Italia, per intenderci. Molteplici le possibili cause. (GLI EFFETTI SUL CERVELLO)
Le cause
In alcune persone potrebbe essere legato a una reazione autoimmune innescata dalla covid. In altre, da frammenti di SARS-CoV-2 che si aggirano ancora nell'organismo e mantengono "sulle spine" il sistema immunitario, ormai esausto dopo una così lunga attivazione. In altri casi i disturbi riportati potrebbero dipendere da danni agli organi colpiti dalla CoViD-19; o ancora, l'infezione da nuovo coronavirus potrebbe aver riattivato virus latenti che il corpo aveva già incontrato in passato e di cui si rimane portatori, come quello di Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi.
Le cure
Diverse anche le tipologie di cura e saranno gli studi clinici già cominciati sui pazienti a fare chiarezza su quale tipo di cura sia più indicata nelle varie circostanze. Essendoci una così grande urgenza di alleviare i sintomi di chi ne è affetto, la ricerca sulle origini del long covid e sui farmaci per affrontarlo stanno procedendo in parallelo. Akiko Iwasaki, immunologa dell'Università di Yale apprezzata a livello internazionale per i suoi studi sul long covid, ha in corso uno studio clinico su un centinaio di pazienti per appurare se l'antivirale Paxlovid della Pfizer usato per trattare i casi sintomatici di covid abbia effetto anche sul long covid, come riportato da alcune persone che ne soffrono. C'è da dire che Iwasaki è consapevole che il farmaco non darà beneficio a tutti. Ora bisogna capire per quali pazienti è indicato e perché. E risalire alla causa scatenante, almeno per alcuni. Altri studi clinici in corso prendono di mira diversi meccanismi, per esempio l'infiammazione diffusa lasciata nell'organismo dalla covid. Altri ancora provano ad alleviare i sintomi pur non risalendo necessariamente alla causa iniziale: il trial Stimulate-ICP di University College London che ha finora reclutato 500 persone userà un anticoagulante, il rivaroxaban, per trattare i microcoaguli nel sangue derivanti dalla covid che ostacolano l'arrivo dell'ossigeno ai tessuti e che secondo alcuni potrebbero contribuire al long covid. Se il farmaco funzionasse, tuttavia, non ci direbbe nulla su che cosa ha causato i microcoaguli. Ma gli studi proseguono.