Ilaria Capua torna in Italia, insegnerà alla John Hopkins University di Bologna

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"La vita professionale procede per fasi e cicli. Dirigere il Centro One Health in Florida è stata un’esperienza importante e intensa che oggi rappresenta la base per spingere in avanti nuove idee", ha detto la scienziata

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Ilaria Capua torna in Italia, dopo sette anni negli Stati Uniti. Oggi 21 febbraio è per lei un nuovo inizio nella sua vita di scienziata. Insegnerà alla John Hopkins University di Bologna: "Torno in Italia e soprattutto torno in Europa. Avvio una collaborazione sui temi ai quali mi dedico da anni, la salute globale. Detto in inglese, l’incarico è di Senior fellow of Global Health", ha raccontato nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera. "La vita professionale procede per fasi e cicli. Dirigere il Centro One Health in Florida è stata un’esperienza importante e intensa che oggi rappresenta la base per spingere in avanti nuove idee. Ora, vedo per me nuove sfide professionali al di qua dell’Oceano. Come è maturata la decisione? La prima voce a levarsi è stata quella di nostra figlia Mia che studia in Europa e ha un legame forte con la Scozia dove è nato il suo papà, mio marito Richard, scozzese doc, ahimè oggi extracomunitario. Diciamo che le parole di Mia hanno dato la scossa e reso evidente ciò a cui mi stavo già preparando: il tempo di tornare era arrivato". Il suo è un ritorno davvero importante: "L’Europa ha bisogno di raccogliere energie positive, ha bisogno dei suoi cittadini e io credo abbia bisogno dei suoi ricercatori. Non scordiamoci che l’Europa è rimasta senza la Gran Bretagna: una grandissima perdita anche dal punto di vista scientifico. Avevamo costruito negli anni reti di ricerca in cui gli inglesi erano partner rilevanti, un gran lavoro andato in fumo. L’Italia, da parte sua, è in un momento nodale con grandi risorse a disposizione che vengono dal Pnrr. Un’opportunità di crescita scientifica e tecnologica per il Paese che non si ripeterà più. L’Italia oggi è un avamposto in Europa. E poi è il mio Paese".

Gli obiettivi

Ilaria Capua si farà portavoce delle priorità scientifiche per l'Italia e l'Europa: "Dobbiamo lavorare insieme su nuovi approcci alla salute. Il nuovo paradigma da scoprire è quello della Salute Circolare. Servono competenze diverse e una nuova metodologia di pensiero. E l’idea è proprio questa: ho studiato la questione negli anni americani, lì abbiamo costruito sulla visione One Health per rendere questo approccio più inclusivo e contemporaneo alle sfide del 21° secolo. Abbiamo incluso nei nostri studi e progetti esperti in moltissime discipline, comprese quelle economiche e umanistiche. Con la pandemia da Covid-19 si è purtroppo toccato con mano quanto la salute umana sia interconnessa ad altri sistemi del pianeta, alla salute animale e quella ambientale. Acqua, aria, terra e fuoco: per contrastare la crisi climatica e garantire la sicurezza alimentare e tenere la salute al centro dobbiamo accelerare l’analisi dei dati, porre obiettivi lungimiranti, cercare le strade innovative". In tema di grandi innovazioni, addirittura il New York Times le ha riconosciuto il merito dello "strappo" che ha permesso la condivisione "open access" delle sequenze genetiche dei virus, informazioni che allora erano per pochi: "Raccogliamo una quantità incredibile di dati, anzi siamo diventati noi stessi produttori di dati attraverso l’uso degli smartphone e di altri dispositivi come ben sappiamo. Ma questa enorme raccolta lascia spesso il tempo che trova perché questi dati non sono interoperabili. Cioè non sono generati per “parlarsi”, per semplificare come puoi fare una sintesi scientifica se i dati sono raccolti in parte in metri e in parte in piedi o iarde? Mentre è lì che ci sono le chiavi per affrontare il futuro. Usare queste informazioni generate a livello di individuo, comunità o paese per rendere un po’ più prevedibili la salute e la malattia guardando l’insieme così anticipando le dinamiche negative. Se c’è una speranza per l’Italia di veder tornare altri "cervelli"? Mi piacerebbe essere d’ispirazione per altri e mi muove il desiderio di restituire qualcosa di quello che ho imparato L’Italia della ricerca deve poter richiamare talenti per rilanciarsi in una dinamica internazionale".

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