
Covid, vaccinati con infezione pregressa sono meno contagiosi degli altri: lo studio
Lo dimostra un'analisi condotta su 111.687 residenti delle carceri statunitensi. L'immunità ibrida, quella garantita dall'azione combinata del contagio e della somministrazione dei vaccini, abbasserebbe del 40% la capacità di trasmissione verso le altre persone rispetto alla norma

Chi ha contratto il Covid-19 almeno una volta e si è anche vaccinato contro l’infezione ha il 40% in meno di possibilità di trasmettere il virus ad altre persone, se contagiato un’altra volta. Emerge da un nuovo studio sull’immunità ibrida, quella garantita appunto dalla combinazione di vaccini e infezione, condotto negli Stati Uniti sui detenuti di alcuni istituti di pena
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L’analisi è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Medicine. I ricercatori dell’University of California San Francisco, nonostante i dati confortanti sull’impatto dell’immunità ibrida nella catena di trasmissione, hanno però rilevato che il rischio di contrarre l’infezione resta comunque elevato
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LO STUDIO - L’analisi è durata dal 15 dicembre 2021 al 20 maggio 2022 e ha quindi coperto anche la prima ondata dovuta al dilagare della variante Omicron. I dati relativi ai detenuti sono stati raccolti dal California Department of Corrections and Rehabilitation su 111.687 residenti nei penitenziari (al 97% maschi). Lo studio ha confermato che, nel ridurre il rischio di trasmissione in ambienti affollati (come appunto un carcere), si rivelano validi sia gli effetti delle precedenti infezioni da sole, sia quelli dei vaccini che quelli dei due elementi combinati
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Innanzitutto, durante lo studio, è emerso che restavano comuni le infezioni 'breakthrough', cioè quelle dei soggetti vaccinati. Questo nonostante il tasso di vaccinazione relativamente alto dei residenti con almeno una dose (81%). Tuttavia, la percentuale di malattie gravi è rimasto molto basso
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In poco più di cinque mesi si sono registrate 22.334 infezioni confermate da Omicron. Solo in 31 casi queste hanno però portato a ricoveri. Non si è invece verificato alcun decesso. Il punto centrale dello studio è però la scoperta del valore degli scudi immunitari
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IMMUNITÀ A CONFRONTO - In un primo momento, si legge nello studio, è emerso che tra le persone non vaccinate si è evidenziato un tasso di trasmissione a contatti stretti del 36%. La percentuale scendeva al 28% tra i vaccinati. La probabilità di trasmissione andava però ad aumentare del 6% ogni cinque settimane trascorse dall'ultima vaccinazione

In un secondo momento, rianalizzando i risultati, gli studiosi hanno stimato che le precedenti vaccinazioni riuscivano a diminuire la capacità di trasmissione degli infetti del 22% (in un range tra il 6 e il 36%), le precedenti infezioni del 23% (range 3-39%) e l’immunità ibrida addirittura del 40% (22-55%). Questa protezione, secondo le stime degli autori, proveniva a metà dall'immunità acquisita combattendo l'infezione e per l'altra metà dalla vaccinazione

A sorprendere i ricercatori è stato però l’alto tasso di contagio che comunque si è registrato. "Indipendentemente dai benefici che si vedono nella vaccinazione e nell'infezione precedente, c'è ancora un'elevata quantità di trasmissione in questo studio", spiega Sophia Tan, prima autrice dello studio, che spera “che questi risultati possano supportare gli sforzi in corso per proteggere questa popolazione vulnerabile"

Parlando nello specifico della situazione negli istituti di detenzione, secondo i ricercatori californiani è necessario "compiere sforzi per mantenere la popolazione carceraria aggiornata con i richiami e aumentare il tasso di vaccinazione del personale che opera negli istituti di pena, solo il 73% dei quali aveva ricevuto la serie primaria al momento dello studio"

Anche il tasso generale di richiami vaccinali potrebbe essere migliorato, fanno notare gli autori: al momento della ricerca solo il 59% dei carcerati e il 41% del personale avevano ricevuto tutte le dosi raccomandate dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), in base a età e stato di salute
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