Tumore pancreas, 14.300 casi l'anno in Italia: diagnosi in aumento

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©IPA/Fotogramma

Si è passati da 12.500 nuovi casi nel 2015 a 14.300 nel 2020. Sono i numeri comunicati in occasione della giornata mondiale dedicata a questo tumore, che si celebra oggi, 17 novembre

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In Italia sono in aumento le diagnosi di carcinoma del pancreas, uno dei big killer dell'oncologia. In 5 anni si è passati da 12.500 nuovi casi nel 2015 a 14.300 nel 2020, per lo più uomini tra i 65 e i 69 anni e donne tra i 75 e i 79. Ad accendere i riflettori sul trend in crescita di questa neoplasia è l'Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, in occasione della giornata mondiale dedicata a questo tumore, che si celebra oggi, 17 novembre.   

Difficoltà nella diagnosi

Il carcinoma del pancreas è attualmente al quarto posto per mortalità e si stima che possa diventare la seconda causa di morte entro il prossimo decennio nei Paesi occidentali. Per questo, come riferito dagli esperti, bisogna lavorare per ottimizzare e velocizzare la diagnosi e per rendere le terapie più efficaci, oltre a sensibilizzare sull'importanza della prevenzione che parte proprio dall'adozione di stili di vita corretti, dalla dieta sana allo stop al fumo.
"A rendere più difficile la cura di questa neoplasia c'è anche la posizione anatomica del pancreas, la scarsa responsività alle cure (chemio, chirurgia, se possibile, ed eventuale radioterapia) e la diagnosi spesso tardiva, che preclude la possibilità di intervento, se non a circa il 20-30% di casi", ha riferito Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia Pancreatica all'Irccs. Proprio al fine di migliorare l'approccio chirurgico, grazie al sostegno di Fondazione Humanitas per la Ricerca e alla collaborazione tra Humanitas University, Irccs e Politecnico di Milano, è nato un laboratorio per studiare nel dettaglio l'organo. L'obiettivo è mettere a punto un pancreas artificiale ("phantom") utile sia per il training di chirurghi e specializzandi, sia per individuare strumenti specifici per la chirurgia pancreatica.

Ia: un approccio promettente

Un altro aiuto prezioso potrebbe derivare dall'applicazione dell'Intelligenza artificiale per predire le complicanze post-operatorie di ogni paziente sulla base dei dati clinici e degli esami di imaging pre-intervento, come la tomografia computerizzata.
"Il nostro obiettivo è elaborare una capacità di predizione pre-operatoria superiore a quella attuale, in modo da poter valutare, per il singolo paziente, la probabilità di comparsa di complicanze e la loro gravità, e da mettere in atto provvedimenti per limitarle", ha spiegato Giovanni Capretti, ricercatore e chirurgo generale specializzato in patologia pancreatico-duodenale presso l'Irccs.

La tecnologia, e con essa il futuro, entrano sempre di più in sala operatoria. E' stato presentato alla Clinica Santa Caterina da Siena di Torino il nuovo sistema "Da Vinci", fiore all'occhiello della chirurgia robotica, 26 maggio 2015.
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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