Udito a rischio per oltre un miliardo di giovani. Colpa delle abitudini di ascolto errate

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"I ventenni e i trentenni di oggi non se ne rendono ancora conto, ma nei prossimi ani i rischiamo una popolazione con problemi di udito ancora maggiore", spiega Corrado Canovi, presidente dell’Associazione Italiana audioprotesisti professionali

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I giovani amano le esperienze intense e le serate rumorose in discoteca io ai concerti, ma per le loro orecchie non vale lo stesso discorso. Nel mondo oltre di un miliardo di individui di età compresa tra i 12 e i 35 anni sono a rischio di danni all’udito per un ascolto prolungato di suoni a volumi eccessivi. Lo hanno rivelato alcuni degli esperti che hanno partecipato allo speciale AnsaIncontra, rilanciando l’importanza di portare l’educazione all’ascolto anche nelle scuole. Corrado Canovi, presidente dell’Associazione Italiana audioprotesisti professionali, ha spiegato che "la riduzione dell’udito è un problema che riguarda oltre 430 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 5% della popolazione. E si stimano intorno ai 980 miliardi di dollari l’anno di spese connesse".

Verso un numero maggiore di individui ipoacusici

 

Le cause di questo trend sono diverse. L’esposizione eccessiva ai rumori è un fattore da non sottovalutare, ma in alcuni casi sono le infezioni e le malattie congenite a danneggiare l’udito. Canovi ha sottolineato che nei prossimi decenni il numero degli individui ipoacusici potrebbe diventare molto più alto, a causa delle abitudini sbagliate sempre più diffuse tra i giovani. "I ventenni e i trentenni di oggi non se ne rendono ancora conto, ma nei prossimi ani i rischiamo una popolazione con problemi di udito ancora maggiore", ha spiegato l’esperto. 

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Le iniziative per l’ascolto sicuro

 

Per combattere i rischi legati ai comportamenti di ascolto errati, l’Oms ha lanciato l’iniziativa Make Listening Safe per sensibilizzare gli utenti e le aziende che producono dispositivi per l’ascolto di musica. "Alcune aziende hanno iniziato a mettere limiti e diverse realtà hanno iniziato a lavorare per sensibilizzare i giovani. In questo senso, abbiamo portato nelle scuole "Ci sentiamo dopo", un progetto per educare all’ascolto responsabile", ha spiegato Riccardo Cattaneo, responsabile relazioni istituzionali di Amplifon. "È importante partire da giovanissimi per far capire loro l’importanza di salvare l’orecchio da situazioni a rischio", ha concluso, aggiungendo che il progetto è già approdato in altri Paesi europei.

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