Diabete, il dentista può aiutare a riconoscere i casi nascosti

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La parodontite è associata a delle probabilità maggiori di sviluppare la patologia. Gli esperti che la individuano devono guidare i pazienti nel modo corretto

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I dentisti possono svolgere un ruolo cruciale nella diagnosi del diabete. Infatti, una delle possibili spie di questa patologia è la parodontite, un’infiammazione cronica delle gengive della quale soffrono otto milioni di persone in Italia. Può portare alla caduta dei denti e chi ne soffre ha il 20% di probabilità in più di incorrere in problemi della produzione dell’insulina. La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) ha evidenziato il legame tra le due malattie in occasione della Giornata mondiale del diabete, che si è svolta il 14 novembre.

Il ruolo dei dentisti nella diagnosi del diabete

 

"Chi ha infiammazione delle gengive, dev’essere consapevole che può avere un maggior rischio di avere forme di prediabete ancora non diagnosticate. In questo anche il dentista ha un ruolo importante nell’indirizzare il paziente con la malattia parodontale a eseguire un controllo della glicemia e dell’emoglobina glicata con un semplice esame del sangue. Di contro, un primo screening della malattia parodontale dovrebbe far parte della visita diabetologica. La persona con diabete deve essere sensibilizzata dal diabetologo sull’influenza della parodontite sul diabete, sull’importanza di una corretta igiene orale e di una visita parodontale", ha spiegato Mario Aimetti, professore di Parodontologia presso l’Università degli Studi di Torino ed ex presidente della Sidp.

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Uno sforzo congiunto

 

Unendo le forze, la Sidp e l’Associazione Medici Diabetologi (Amd) hanno stabilito dei criteri per la diagnosi precoce della parodontite e del diabete. "Un recente sondaggio condotto dalla Sidp assieme a Keystone ha evidenziato come i documenti elaborati dalle tre società scientifiche hanno iniziato a diffondersi negli studi dei dentisti. È emerso, infatti, come il 54% dei parodontologi valuti le condizioni di un possibile prediabete", ha precisato Aimetti. Allo stesso tempo, "il diabetologo, grazie alle raccomandazioni, ha ora più consapevolezza su come intercettare precocemente la patologia gengivale, indirizzando il paziente verso i professionisti giusti. Su questi temi, però, è importante che si continui a fare formazione professionale ed educazione", ha concluso.

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