Diabete tipo 1, diagnosi precoce aumenta aspettativa di vita. Lo studio

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Lo rimarca la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp): se la diagnosi è tempestiva, e la malattia viene gestita al meglio, i diabetici possono aspettarsi una durata della vita uguale a quella di tutte le altre persone

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Per molto tempo l’età d’insorgenza del diabete di tipo 1 nei bambini è stata considerata uno dei fattori in grado di minacciare l’aspettativa di vita, in quanto, quando la malattia si presenta da piccoli, questa può minacciare la durata della vita. In realtà, come rimarca la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), se la diagnosi è tempestiva, e la malattia viene gestita al meglio, i diabetici possono aspettarsi una durata della vita uguale a quella di tutte le altre persone. Lo conferma anche uno studio pubblicato su 'The Lancet Regional Health - Europe', coordinato dai ricercatori dello Sahlgrenska University Hospital di Göteborg. 

Lo studio

 

Analizzando i dati di 45mila persone con diabete di tipo 1, e confrontandoli con quelli di oltre 200mila persone sane, i ricercatori hanno scoperto che le persone diabetiche correvano un rischio da 3,4 a 5 volte più alto di andare incontro a infarto, scompenso cardiaco e ictus rispetto a quelle sane. E che per queste, inoltre, la mortalità era fino a 3 volte più alta. Tuttavia, rispetto alle persone sane, la mortalità era comunque uguale, se non più bassa, quando i diabetici non erano affetti da complicanze cardiovascolari o renali.

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"I dati mostrano che c'è tuttora una riduzione dell'aspettativa di vita in chi riceve la diagnosi nella prima infanzia, entro i 10 anni, ma questo accade soprattutto se non c'è un'adeguata gestione della malattia e quindi negli anni compaiono problemi cronici come l'insufficienza renale o i danni vascolari, che aumentano la mortalità cardiovascolare per infarto, ictus, scompenso cardiaco", ha affermato Valentino Cherubini, direttore dell'Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica dell'Ospedale Salesi di Ancona e presidente eletto Siedp. "Questo può essere colmato se si evitano le complicanze connesse alla malattia con una maggiore attenzione allo stile di vita, fin da piccolissimi, e migliorando il controllo glicemico servendosi di tutte le strategie abbiamo oggi a disposizione, dai diversi tipi di insulina alle tecnologie per il monitoraggio glicemico, fino al pancreas artificiale", ha aggiunto Mariacarolina Salerno, professore associato di Pediatria all'Università Federico II di Napoli e presidente Siedp.

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