Cancro colon-retto, scoperte le cellule responsabili della recidiva. Lo studio

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

In una ricerca internazionale che aveva come focus il cancro al colon, sono state individuate le cellule maligne responsabili del tumore che vengono rilasciate dal cancro al colon, viaggiano attraverso il flusso sanguigno e invadono il fegato, finora rimaste invisibili. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature

ascolta articolo

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato

 

Il 90% di tutti i decessi per cancro è causato da metastasi, ovvero la diffusione di un tumore in diverse parti del corpo. Come riporta Il Messaggero, in una ricerca internazionale che aveva come focus il cancro al colon, sono state individuate le cellule maligne responsabili del tumore che vengono rilasciate dal cancro al colon, viaggiano attraverso il flusso sanguigno e invadono il fegato, finora rimaste invisibili. Il gruppo, guidato dal biologo spagnolo Eduard Batlle, potrebbe aver trovato un possibile punto debole all’aggressore, sviluppando un nuovo metodo per vedere le minuscole metastasi, anche quelle di tre o quattro cellule. "Stiamo studiando se questo tipo di cellula esiste anche in altri tumori. In effetti, queste cellule hanno somiglianze genetiche con quelle del cancro del pancreas più aggressivo", ha spiegato Batlle, dell'Istituto di ricerca biomedica di Barcellona. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature.

Il trattamento del tumore

 

Come spiegato da El Pais, nel trattamento ordinario per il cancro al colon retto si rimuove la parte interessata, e ci si sottopone a chemioterapia per prevenire le recidive: tuttavia, circa il 35% dei pazienti sviluppa metastasi negli anni successivi, e il tasso di mortalità registrato è per questo superiore all’85%. Le cellule identificate dal gruppo di Batlle potrebbero avere il potenziale per cambiare il trattamento della malattia. Chiamate ‘High Relapse Cells’, queste rimangono nascoste in altri organi, come fegato o polmone, producendo dei tumori secondari fatali. Nel caso del colon, il tumore si sviluppa formando un microambiente con vasi sanguigni e materiale cellulare fibroso, capace di protegge le cellule cancerogene dalle difese dell’organismo. "Tuttavia, le cellule ad alta recidiva arrivano nude nel fegato o nei polmoni. Non hanno ancora il loro microambiente tumorale. C'è una finestra di opportunità per farli notare dal sistema immunitario", ha affermato Batlle. In alcuni topi con tumori localizzati, prima di rimuovere il tumore primario, gli scienziati hanno iniettato l'immunoterapia standard per ripulire le cellule tumorali distaccate residue, osservando che, dopo l’operazione, gli animali erano guariti. "Non hanno più avuto recidive". 

approfondimento

Tumore del cervello, identificato gene che influenza risposta a chemio

Nuove cure?

 

Nonostante l’efficacia della strategia debba essere ancora dimostrata negli esseri umani, Batlle ha affermato: "Circa mezzo milione di pazienti con cancro del colon all'anno potrebbe essere adatto per il trattamento con una terapia che prevenga le recidive". Il gruppo ha identificato 99 geni che vengono attivati nei pazienti che corrono un rischio cinque volte maggiore di recidiva dopo l’operazione chirurgia e il trattamento chemioterapico. I geni possono essere trovati nelle cellule ad alta recidiva, le quali vivono nella periferia del tumore primario, fino a quando non si staccando formando piccoli grappoli che colonizzano il fegato e il polmone attraverso il sangue. La loro scoperta, sottolineano i ricercatori, potrebbe aiutare ad identificare i pazienti con un maggior rischio di metastasi. 

 

Salute e benessere: Più letti