Melanoma, identificati nuovi possibili biomarcatori per la diagnosi precoce. Lo studio
Salute e BenessereSi tratta dei microRNA, molecole specificamente dosabili nei pazienti affetti da melanoma mediante prelievo del sangue. La scoperta si deve a un team di ricerca nazionale coordinato dalla Sapienza di Roma
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Un nuovo studio nazionale coordinato dalla Sapienza di Roma ha identificato dei nuovi possibili biomarcatori per la diagnosi precoce del melanoma, il più frequente tumore maligno della pelle.
Si tratta dei microRNA, molecole presenti nel sangue. I risultati dello studio, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Journal of Translational Medicine, potrebbero aprire la strada alla diagnosi precoce della malattia attraverso un prelievo del sangue, quindi un esame non invasivo.
Lo studio nel dettaglio
Come spiegato dagli autori, finora la diagnosi di melanoma è stata effettuata attraverso la biopsia escissionale, un esame invasivo che prevede l’asportazione di tessuto, cioè l’estrazione della lesione cutanea sospetta.
Nel corso dello studio, il team di ricerca, coordinato da Elisabetta Ferretti del Dipartimento di Medicina Sperimentale della Sapienza Università, in collaborazione con gli oncologi e i ricercatori di università ed enti di ricerca nazionali, è riuscito a identificare nuove molecole, i microRNA, biomarcatori specificamente dosabili nei pazienti affetti da melanoma mediante prelievo del sangue.
I risultati
Come sottolineato dagli studiosi, la ricerca di biomarcatori non invasivi in grado di individuare la malattia e monitorare la risposta a trattamenti terapeutici è molto importante, in quanto ha lo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti affetti da melanoma.
“Nello specifico abbiamo deciso di analizzare i microRNA circolanti ottenuti da biopsia liquida in tre coorti indipendenti di pazienti affetti da melanoma ed abbiamo identificato e validato un gruppo di microRNA dosabili nel plasma che con elevata precisione identificano i pazienti affetti da melanoma e li distinguono dai soggetti sani”, ha spiegato Elisabetta Ferretti. “Il miglioramento nella gestione dei pazienti affetti da melanoma è un’importante necessità clinica. La nostra ricerca è la prima ad offrire una combinazione di biomarcatori circolanti da poter usare come strumento diagnostico nel melanoma e riteniamo che la firma molecolare da noi proposta possa avere una forte rilevanza clinica”, ha aggiunto.
Allo studio hanno collaborato i team dell’Università e dell’Epigen Therapeutics di Siena coordinati da Michele Maio, dell’Istituto Tumori di Milano coordinati da Andrea Anichini e il team di Computational System Biology Scientist coordinato da Michele Ceccarelli dell’Istituto di Ricerche Genetiche (BioGeM) "Gaetano Salvatore” di Ariano Irpino (AV) e dell’Università di Napoli Federico II di Napoli.