"In Italia ci sono circa 8mila pazienti che attendono un trapianto, ma purtroppo appena la metà di questi interventi viene effettuato. Questo significa che ci sono lunghi tempi di attesa", sottolineano gli esperti
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Si è tenuto martedì 11 ottobre nella sede di Regione Lazio il convegno dal titolo "La donazione, una ricchezza che non va mai sprecata", che ha visto la presenza di rappresentanti istituzionali, esperti del settore e associazioni, interrogarsi sui dati dell’infezione da Citomegalovirus che, in media, ogni anno colpisce un paziente su tre in lista di attesa per un trapianto. Dai dati emerge che solo il 50% di questi, annualmente, viene sottoposto a intervento. Sottolineare l’importanza dell'assistenza post-trapianto, lo sviluppo e la condivisione di dati e ricerche utili alla prevenzione, erano gli obiettivi dell’incontro.
Parola agli esperti
Massimo Cardillo, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti (CNT) dell'ISS, ha aperto il convegno, sottolineando come "in Italia ci sono circa 8mila pazienti che attendono un trapianto, ma purtroppo appena la metà di questi interventi viene effettuato. Questo significa che ci sono lunghi tempi di attesa, che per alcuni organi comportano anche il 10% di mortalità in lista. Un tema sul quale occorre fare un salto in avanti, implementando il coordinamento ospedaliero della donazione, riorganizzando gli ospedali, avviando una campagna di comunicazione ai cittadini, perché in Italia abbiamo ancora il 30% delle persone che si oppongono al trapianto, con grandi e gravi disomogeneità territoriali fra Nord e Sud", ha concluso. Parole a cui si sono aggiunte quelle di Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, che ha dichiarato: "Nel Lazio abbiamo gettato semi strutturali per il sistema sanitario regionale e questo lo dimostra anche l'attività svolta sui trapianti. Siamo ad oltre 210 trapianti a metà anno qui nel Lazio ma non dobbiamo dimenticare che ci sono oltre 1.000 pazienti in lista d'attesa, fra cui 75 bambini. Questo significa che dobbiamo migliorare l'azione di coordinamento, ma anche implementare una cultura della donazione fra i cittadini perché abbiamo un gap ancora forte rispetto a molti paesi europei. Occorre usare le risorse per rafforzare la rete territoriale in modo da rendere sempre più efficienti e accoglienti tutte le attività di follow up post trapianti".
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Conclusioni
L’assistenza post-trapianto è fondamentale, ma è spesso dimenticata. Ma a ricordarla durante l’incontro è stata Annarita Egidi, AD di Takeda Italia, azienda leader nel settore biofarmaceutico, che ha dichiarato: “La donazione è una ricchezza da salvaguardare anche attraverso il miglioramento dell'assistenza post-trapianto, la promozione della ricerca e dell'innovazione e la condivisione di dati ed esperienze. Per questo bisogna lavorare per ridurre il rischio di infezioni, come quelle da Citomegalovirus, che colpiscono quasi 1 paziente su 3 nel post-trapianto. Si tratta di un danno enorme per la vita del paziente, con impatto anche sul Sistema Sanitario Regionale”. Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute, ha concluso l’incontro: "È fondamentale investire sulla condivisione dei dati e su una corretta informazione".