Lo studio, condotto dai ricercatori del Duke University Medical Center di Durham e dai ricercatori di Moderna, è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine
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Con l’autunno alle porte, sono molte le domande che ricercatori, studiosi e scientifici si pongono rispetto al futuro della pandemia. Non avendo certezze su quando questa potrà giungere a termine, si continua a studiare su vaccini e protezioni per bambini, giovani e adulti. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Duke University Medical Center di Durham e dai ricercatori di Moderna, tre dosi di vaccino offrirebbero una buona copertura contro la nuova variante Centaurus. Pubblicato sul New England Journal of Medicine, approfondiamo cosa dicono le ultime informazioni sulla vaccinazione in corso. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)
Vaccinazioni e varianti, il nuovo studio
“BA.2.75 (Centaurus) è emersa di recente con un lento ma allarmante aumento della prevalenza. Attualmente è monitorata come una delle prossime varianti potenzialmente prevalenti a livello globale. La capacità di BA.2.75 di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino è quindi di grande interesse”, hanno affermato i ricercatori. Questa nuova ricerca ha infatti avuto come interesse lo studio dell’effetto protettivo delle tre dosi di vaccino contro la nuova variante del Covid-19, già rinominata Centaurus. L’efficacia della vaccinazione avrebbe un effetto paragonabile a quello che si ottiene contro le sotto-varianti BA.1 e BA.2 e maggiore a quella contro BA.5, tutte provenienti dal ceppo di Omicron. Al fine di verificare al meglio lo studio, il team ha verificato la capacità degli anticorpi sviluppati dopo la vaccinazione di riconoscere e neutralizzare la nuova variante, grazie al siero di 20 volontari che avevano ricevuto un mese prima il richiamo del vaccino Moderna.
Cos’è emerso dalla ricerca
La vaccinazione funzionerebbe, eccome. Lo studio ha sottolineato come la vaccinazione ha un’efficacia contro la nuova variante comparabile a quella delle precedenti varianti, leggermente più bassa per B1.A, ma più alta rispetto a BA.2. Per la sotto-variante BA.5, che è quella più diffusa e trasmissibile ad oggi, l’efficacia è invece più che doppia. Concludono i ricercatori: “Se e in che misura un altro richiamo del vaccino, in particolare uno contenente la proteina Spike di Omicron, possa suscitare una risposta più potente contro BA.2.75 e le future varianti SarsCoV2 rimane di grande interesse”.