
Covid, perché alcuni non si contagiano? Cos’è e come funziona l’interferenza virale
Dopo due anni di pandemia molte persone non hanno ancora contratto il virus: la ragione sembra essere legata alla presenza di altri agenti patogeni, che difatti “ostacolano” l’accesso al Sars Cov-2. Un’informazione che può essere utile in vista del prossimo autunno/inverno, che potrebbe vedere una nuova variante diventare dominante, e di un eventuale aggiornamento del vaccino che, se riuscisse anche solo a “mimare” l’effetto del raffreddore, potrebbe prevenire dal rischio di contagio

IL CASO- Dopo due anni di pandemia c’è un dato di fatto: molti ancora non hanno mai contratto il virus. Esistono in tal senso molte ipotesi per spiegarne la ragione, ma il principale è certamente l’interferenza virale, che rende difatti impossibile per il Covid contagiare, se c’è già un’altra malattia a colpire il sistema immunitario. Probabilmente, senza l’interferenza virale, la combo coronavirus più influenza avrebbe colpito in modo devastante il sistema sanitario
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LA DEFINIZIONE- Ma cos’è precisamente l’interferenza virale? Come scrive Repubblica, si intende un fenomeno biologico che limita la crescita di un virus causata da un’infezione precedente. Difatti, l'esposizione a un virus respiratorio sembra mettere il sistema immunitario in uno stato d'allerta tale da ostacolare temporaneamente l'ingresso nelle vie aeree di altri patogeni concorrenti. Per questa ragione, probabilmente, non vedremo un picco di casi di Covid e di influenza avvenire nello stesso periodo
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COME AGISCE- Come ha scritto il New York Times in un articolo dello scorso aprile, le coinfezioni di Covid e influenza possono verificarsi, anche se in rare circostanze. L'interferenza virale agisce soprattutto sulla popolazione generale, quando un virus che circola in modo massivo tende a estromettere gli altri dalla scena. Gli esempi sono piuttosto numerosi: già negli anni '60, durante la campagna vaccinale contro la polio, i sieri a base di virus attenuato eliminarono quasi completamente la diffusione dei virus respiratori
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GLI ESEMPI- La stessa cosa successe anche nel 2009 quando, in piena pandemia di influenza suina, si vide che l'annuale epidemia autunnale da rhinovirus (virus responsabile del raffreddore) riusciva a mitigare la corsa parallela dell'influenza. Inoltre, anche in un anno "normale" il picco di contagi da rhinovirus avviene tra ottobre e novembre e poi di nuovo a marzo, alle due estremità temporali della stagione influenzale
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IL PARAGONE CON IL COVID- Lo stesso succede con il Covid: in un articolo del 2021 i ricercatori hanno provato ad infettare delle cellule respiratorie umane con diversi virus per studiarne le dinamiche di infezione. È emerso che un'infezione con un virus respiratorio (quelli che causano il classico raffreddore) inibisce la crescita e la proliferazione del Sars-Cov2. La prima infezione virale attiva la produzione di interferone, che è un potente antivirale generico il quale crea un ambiente sfavorevole alla riproduzione dei virus
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LA DEFINIZIONE DI INTERFERONE- Ma cos’è precisamente l’interferone? Si tratta di un gruppo di proteine, prodotte dalle cellule, che aiutano a difendersi dall'invasione di un virus. La protezione di queste molecole, che servono a stimolare la resistenza cellulare contro i patogeni, è transitoria e, almeno inizialmente, il Covid ha la capacità di saltarne l’interferenza. Per questo si può dire che, a livello di popolazione, vince in diffusione il virus che si insinua nell'uomo per primo e che riesce a inanellare il numero maggiore di contagi prima dei rivali

LA CORRELAZIONE- Oltre a questa possibile spiegazione meccanicistica di come il raffreddore tenga a bada il Sars-CoV2, si stanno accumulando dati di prevalenza delle due malattie dove è palese il fenomeno di interferenza. Rappresentando su uno stesso grafico l'incidenza di raffreddore e di Sars-CoV2, possiamo facilmente osservare un'anti-correlazione, ovvero dove Sars-CoV2 sale il raffreddore scende e viceversa. Questa potrebbe essere una correlazione spuria, ovverosia casuale e non casuale, ma gli esperimenti prima descritti ci fanno pensare sia la seconda

COSA SI RICAVA- Un esempio? In Gambia, dove non sono state attuate restrizioni anti-covid, coronavirus, influenza e rhinovirus hanno raggiunto il picco di casi in momenti diversi tra aprile 2020 e giugno 2021. Visto l’aumento dei casi durante l’estate e la paura che in autunno/ inverno possa esserci un nuovo picco, sapere e conoscere l’interferenza virale può essere utile per un eventuale aggiornamento del vaccino: un farmaco capace anche solo di “mimare” l’effetto del raffreddore riuscirebbe, dicono gli esperti, a prevenire il contagio