Zanzare, scoperto il meccanismo che fa irrigidire il "pungiglione"
Salute e BenessereUno studio italiano, pubblicato su Current Biology, ha svelato come le zanzare penetrano la pelle per arrivare ai vasi sanguigni, aprendo interessanti prospettive per la lotta al fastidioso insetto
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato
Disarmare le zanzare rendendole incapaci di irrigidire il labbro, ossia il "pungiglione", con cui pungono. È questo lo scenario aperto da un nuovo studio, frutto della collaborazione tra l'Università di Pavia e l'Università di Milano, che ha scoperto il meccanismo che consente alle zanzare di irrigidire il "pungiglione", così da poter succhiare il sangue. I risultati della ricerca, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Current Biology, oltre ad aprire la strada a interessanti prospettive per la lotta al fastidioso insetto, potrebbero portare allo sviluppo di strumenti più efficaci per contrastare le malattie dalle zanzare, come la dengue o la febbre del Nilo.
Lo studio nel dettaglio
Nel corso dello studio, il team di ricerca ha cercato di capire quali funzioni potessero avere alcuni ingredienti presenti nella saliva delle zanzare. "Tra queste, abbiamo individuato la proteina che porta alla modificazione del labbro (ossia la punta estrema della proboscide) della zanzara permettendo a questo di “irrigidirsi” e attraversare l’epidermide", ha riferito Paolo Gabrieli, del Laboratorio di Entomologia e Parassitologia dell’Università di Milano. La proteina è stata denominata "Lips", che sta per “labrum-interacting protein of the saliva".
I risultati
Successivamente, i ricercatori sono riusciti a identificare il recettore responsabile e a dimostrare che "spegnendo" il gene che produce "Lips" le zanzare non sarebbero più in grado di pungere l'uomo. Come spiegato sulle pagine del portale dell'Università di Milano, studiando a fondo la struttura della proteina, il team di studiosi ha inoltre scoperto "un’organizzazione mai osservata in precedenza che potrebbe essere il cavallo di troia per sviluppare sostanze da utilizzare come futuri deterrenti contro le zanzare". "Con questa scoperta, è immaginabile un prossimo futuro in cui contrasteremo un fastidioso fenomeno estivo (per l’Italia) e le malattie trasmesse dalle zanzare come la dengue o la febbre del Nilo (endemiche in molti paesi del Pianeta) con strumenti più efficaci di quelli di cui disponiamo al momento", hanno spiegato Federico Forneris, dell'Università di Pavia, e Paolo Gabrieli.