Miopia e astigmatismo, verso diagnosi precoce del cheratocono: allo studio nuove terapie
Salute e BenessereAll'Università di Ferrara, la ricercatrice Ilaria Conti sta studiando nuove terapie non invasive a contrasto della patologia, grazie ai fondi raccolti con il 5x1000 nell'anno 2021
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Il cheratocono è una malattia degenerativa oculare, ancora oggi difficile da prevenire e contrastare, se non con interventi chirurgici. Si tratta di una patologia degenerativa conseguente a una minore resistenza della struttura della cornea, che talvolta può causare miopia, astigmatismo e perdita di acutezza visiva. Per cercare di ovviare alla mancanza di trattamenti efficaci contro il cheratocono, all'Università di Ferrara, Ilaria Conti, ricercatrice del Dipartimento di medicina translazionale e per la Romagna, sta studiando nuove terapie non invasive a contrasto della patologia, grazie ai fondi raccolti con il 5x1000 nell'anno 2021.
Che cos’è il cheratocono?
"Il cheratocono si sviluppa quando le fibre di collagene, che formano l'architettura della cornea,
perdono i legami che le tengono unite e tendono progressivamente a
scivolare le une sulle altre, aumentando la curvatura e
contemporaneamente riducendo lo spessore del tessuto corneale", ha
spiegato la ricercatrice. "La struttura della cornea prende così la
forma di un cono, con delle conseguenze sulla capacità della vista, sia
da vicino che da lontano. Si tratta di una vera e propria degenerazione
visiva, che si aggrava nel corso del tempo", ha aggiunto.
Fondamentale approccio preventivo alla patologia
Al momento, non è disponibile un trattamento farmacologico efficace contro il cheratocono, soprattutto a causa delle poche informazioni note sui meccanismi biologici responsabili della malattia. Per questo, come ha spiegato Conti, "è fondamentale studiare un approccio preventivo alla patologia, per mezzo di una diagnosi precoce, che prevenga stadi di sviluppo preoccupanti". L'idea è quella di "realizzare dei trattamenti che prevengano la formazione del cheratocono stesso", studiando i "microRNA come sorta di indice, marcatore che va a segnalare se e come la patologia si sta sviluppando", ha concluso.