Donazione degli organi, 12 milioni di italiani hanno dato il consenso

Salute e Benessere

Il dato è contenuto nel Report 2021 dell’attività annuale della Rete nazionale trapianti del Centro nazionale trapianti (Cnt)

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Sono quasi 12 milioni gli italiani che hanno registrato la propria dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti dopo la morte nel Sistema Informativo Trapianti (Sit). Per la precisione, il numero effettivo di cittadini che hanno espresso il proprio consenso è pari a 11.958.916, come emerge dal Report 2021 dell’attività annuale della Rete nazionale trapianti del Centro nazionale trapianti (Cnt). Dal documento emerge anche un calo delle liste d’attesa per un trapianto, che al 31 dicembre ospitavano 8.065 pazienti (il 2,69% rispetto al 2020). L’86,6% delle dichiarazioni di volontà si è registrato al momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità. L’11,8%, invece, è stato raccolto dall’Aido, l’Associazione Italiana per la Donazione di organi, tessuti e cellule. Infine, il restante 1,6% è merito degli sportelli dell’Asl.

Si riducono i tempi di attesa

Nel corso di tutto il 2021, i Comuni hanno raccolto 3.201.540 dichiarazioni di volontà, di cui 2.204.318 consensi e 997.222 opposizioni. Per quanto riguarda le liste d’attesa, si è verificato un calo importante nel caso dei trapianti di pancreas (-9,45%) e rene (-2,87%) rispetto agli altri organi. I tempi medi di attesa per ciascun organo nelle liste standard vanno da 3,7 anni per il trapianto di cuore a 1,7 anni per il fegato, che si riducono per i pazienti in lista d’urgenza nazionale a 18 giorni per il cuore e meno di due per il fegato.

 

Le prospettive future

Nel report, Massimo Cardillo, il direttore generale del Centro Nazionale Trapianti, spiega che il 2021 “è stato l’anno della ripresa post-pandemica”. Aggiunge poi che è importante sottolineare “il grande impegno dei sanitari, soprattutto quelli in servizio nelle terapie intensive e nei centri trapianto: la nostra Rete ha dimostrato ancora una volta di essere solida e resistente, anche rispetto all’esperienza di altri Paesi. Questi risultati sono stati ottenuti nonostante il Covid-19 abbia allentato la sua pressione sui nostri ospedali”. Cardillo ritiene che il sistema sia maturo per affrontare le sfide del futuro. L’accesso alle risorse del Pnrr, inoltre, “potrà aiutare a migliorare l’architettura tecnologica e la capacità di risposta alle esigenze dei cittadini”.

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