Microbiota intestinale: individuato un nuovo batterio "coreano". Lo studio

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Il Rummeliibacillus suwonensis, un batterio scoperto nel 2013 nel suolo di una montagna della Corea del Sud, è stato isolato per la prima volta al mondo nel microbiota intestinale di un paziente di 69 anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica. La scoperta si deve ai ricercatori di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs

 

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Individuato dai microbiologi un nuovo batterio "coreano" nel microbiota intestinale di un paziente di 69 anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica. Si tratta del Rummeliibacillus suwonensis, un batterio scoperto nel 2013 nel suolo di una montagna della Corea del Sud e mai  rintracciato prima nel microbioma umano. Il risultato, ottenuto dai ricercatori di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs nell’ambito del primo trial clinico mondiale su modello umano che studia la possibile interazione tra microbiota intestinale, sistema immunitario e la Sla, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Current Microbiology.

Il risultato nel dettaglio

Come spiegato in una nota del Gemelli, il Rummeliibacillus suwonensis, un batterio Gram positivo anaerobio, è stato isolato per la prima volta al mondo nelle feci di un paziente di 69 anni con Sla, arruolato per uno studio internazionale sul trapianto di microbiota nella Sla, grazie a uno speciale protocollo di colturomica, messo a punto dai ricercatori italiani. “La caratterizzazione del microbiota intestinale rappresenta una strategia fondamentale per mettere in relazione il suo possibile ruolo con la salute dell'individuo e non solo per quanto riguarda le patologie intestinali, ma anche quelle sistemiche”, ha spiegato il professor Luca Masucci, Responsabile dell’Unità Operativa di Diagnostica Molecolare e manipolazione di Microbiota del Dipartimento di Scienze di Laboratorio e Infettivologiche del Policlinico A. Gemelli e ricercatore dell’Università Cattolica.

Ignote le sue correlazioni con la salute umana

Al momento restano ignote le correlazioni della presenza del batterio con la salute umana e in particolare con la patogenesi della Sla.
“Rummeliibacillus suwonensis non è stato al momento associato a quadri clinici, tuttavia il reperire batteri "inusuali" nel materiale fecale consente di monitorare l’evoluzione e/o il passaggio di questi dall’ambiente all’uomo. Ciò porrebbe le basi per futuri studi di relazione tra ospite e microrganismo, in un’ottica di "one health" e di medicina personalizzata”, ha concluso Masucci.

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