Vaiolo delle scimmie, a Padova il focolaio più grande d'Italia

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Quattro casi accertati e altrettanti sospetti. Questo il quadro attuale registrato a Padova, in riferimento ai casi di vaiolo delle scimmie. Al centro del focolaio, secondo quanto segnalato dal quotidiano "Il Messaggero", ci sarebbe una serie di chat d'incontri anonime grazie a cui un individuo proveniente dalla Spagna ha avuto modo di contagiare altre quattro persone residenti nella città veneta, le quali poi avrebbero avuto a loro volta contatti intimi con altrettante persone

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E’ partita da Padova l'allerta per il vaiolo delle scimmie in Italia. Ad oggi, infatti, la città veneta ha fatto registrare il focolaio più grande nel nostro Paese, con quattro casi accertati e altrettanti sospetti. Lo riporta un articolo del quotidiano “Il Messaggero”, segnalando come nelle scorse ore il dottor Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento locale di prevenzione, abbia commentato il quadro della situazione in riferimento alla diffusione del virus. “In Italia, secondo quanto riferito dal Ministero della Salute, ci sono in totale una cinquantina di positività”, ha riferito. “Ad oggi, quello di Padova, è il focolaio epidemico più rilevante a livello nazionale legato ad un'unica catena epidemiologica”. Secondo quanto appreso dalle parole dell’esperto, “un individuo proveniente dalla Spagna ha avuto modo di contagiare altre quattro persone nella città di Padova, che hanno poi avuto contatti intimi con altre quattro persone. Queste, per una questione di anonimato nel rapporto, non siamo stati in grado di tracciarle”, ha detto.

Gli incontri organizzati in chat anonime

Al centro dei contagi, stando a quanto ha riportato l’esperto, ci sarebbero dunque una serie di chat d'incontri anonime, in cui cioè i partecipanti si presentano sotto pseudonimi. Ad oggi, hanno riferito le autorità locali, sono quattro i giovani pazienti maschi, residenti proprio nel Padovano, ad essere stati seguiti presso il reparto delle Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera locale. Secondo quanto ricostruito, il primo paziente, un ragazzo di origini spagnole da cui sarebbe partito il contagio, aveva ricevuto la diagnosi di vaiolo delle scimmie in patria. Quindi si era recato a Padova verso la fine del mese di maggio, in vacanza, per fare ritorno poi in Spagna. Tutti i pazienti contagiati a Padova, comunque, sono stati dimessi dopo il ricovero e sono in buone condizioni.

Comportamenti più attenti

L’invito di Sbrogiò, vista la situazione, è quello alla prudenza. “Il focolaio si chiuderà rapidamente se la popolazione avrà l'accortezza di mantenere dei comportamenti più attenti”, ha spiegato. “Al momento stiamo aspettando indicazioni ministeriali per quanto riguarda il vaccino, che sarà di terza generazione, specifico per il vaiolo delle scimmie. Sarà somministrato tendenzialmente a categorie a rischio e a soggetti post esposizione per aiutare la risposta immunitaria”, ha poi spiegato ancora.

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