Tumore del seno, in arrivo una nuova “chemioterapia intelligente”

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Ne ha parlato Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica presso l’Università di Milano, nel corso del recente congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO). Si tratta di una terapia contro il tumore al seno metastatico di tipo Her2-low basata sui cosiddetti “anticorpi coniugati”, analizzata in uno studio di fase 3 in doppio cieco

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Una nuova, inedita e “rivoluzionaria chemioterapia intelligente”. Così è stata definita la terapia contro il tumore al seno metastatico di tipo Her2-low basata sui cosiddetti “anticorpi coniugati”. Lo ha sottolineato, nel corso di una conferenza stampa svoltasi durante il recente congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO), Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica presso l’Università di Milano e direttore della divisione sviluppo nuovi farmaci e terapie innovative dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo).

Uno studio di fase 3

Al centro della conferenza lo studio di fase 3 in doppio cieco denominato “DESTINY-Breast04” che ha arruolato 557 pazienti in Asia, Europa e Nord America con carcinoma mammario metastatico di tipo Her2-low. Si tratta, ha spiegato l'esperto, dello studio basato sull'anticorpo coniugato trastuzumab-deruxtecan e di una “nuova terapia che rivoluzionerà il trattamento per migliaia di pazienti” con tumore al seno avanzato. Secondo Curigliano di questo trattamento “possono giovarsene decine di migliaia di pazienti con tumore al seno con bassa espressione della proteina Her2 (Her2-low), ma anche le pazienti con cancro al seno di tipo triplo negativo, particolarmente difficile da trattare, sempre con basso livello della proteina Her2”. Adesso, ha proseguito il professore, “sarà molto importante diffondere queste informazioni per fare in modo che le tante pazienti che ne hanno l'indicazione possano accedere alla terapia, per ora nell'ambito delle sperimentazioni presenti dal momento che il farmaco non ha ancora ricevuto l'approvazione delle agenzie regolatorie”.

Come agisce “l’anticorpo coniugato”

Ma ecco come interviene, nello specifico, questo “anticorpo coniugato”. Rappresenta, ha concluso Curigliano, “una nuova frontiera terapeutica e agisce come una sorta di cavalo di Troia: l'anticorpo è infatti legato, 'coniugato' per l’appunto, al farmaco chemioterapico e, una volta nell'organismo, lo porta direttamente dentro la cellula tumorale”. Da qui, ha riferito ancora l’esperto, “la definizione di chemioterapia intelligente, poiché il chemioterapico viene somministrato in modo mirato nella cellula tumorale”.

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