Tumore al seno, "Il filo di Arianna": un aiuto anche dal carcere

Salute e Benessere

Nadia Cavalleri

Istituto Nazionale Tumori di Milano e associazione GO5 insieme per affiancare le donne nel loro percorso di cura 

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Il progetto "Il filo di Arianna" - promosso dall’Istituto dei Tumori di Milano con l’associazione GO5 - offre un supporto multidisciplinare alle pazienti di tumore al seno che hanno subìto un intervento chirurgico. "Il malato oncologico è un malato difficile, che ha paura di tutto: della malattia, del suo futuro, e anche se è guarito teme la ricaduta", ha spiegato Alberto Scanni, presidente emerito del Collegio Primari Oncologi Ospedalieri intervenendo alla presentazione del rapporto sul progetto "Il filo di Arianna". Poi ha aggiunto: "Queste iniziative sono molto importanti; la medicina, fondamentale sotto ogni aspetto, è carente però di parole e di tempi. E sono proprio queste invece le cose di cui il paziente ha bisogno".

Il progetto diventa un format da esportare

"Cerchiamo di fornire tutti gli strumenti per gestire lo stress legato soprattutto alla ricaduta nella malattia, anche aiutando ad attivare quei meccanismi di riparazione che ognuno ha dentro di sé". Lo ha detto la psicoterapeuta Luciana Murru intervenendo alla presentazione del primo bilancio del progetto dedicato alle pazienti con il tumore metastatico al seno per aiutarle a trovare l'equilibrio necessario per condurre una vita normale. Nato grazie alla collaborazione con GO5 (Ginecologia Oncologica 5/piano) associazione no profit costituita nel 2017, il progetto si concretizza attraverso cicli di incontri di gruppo a cadenza settimanale, sia in presenza sia via web, in cui psicologi, oncologi, terapisti del dolore, radioterapisti, nutrizionisti ed anche dermatologi ed esperti di make-up, affiancano le donne nel loro percorso di cure.  Spesso le donne in cura per il tumore al seno raccontano la necessità di confrontarsi con le altre malate, oltre che con i medici, e scambiarsi sensazioni ed esperienze. Durante l’incontro Gilberta Crispin del Cetec (Centro Europeo Teatro e Carcere) San Vittore ha letto la lettera testamento di una paziente che aveva il tumore alla mammella in fase metastatica ed è morta lo scorso marzo.  

Tumore in fase metastatica

Il tumore della mammella in fase metastatica (Metastatic Breast Cancer MBC) è una condizione di malattia definita "cronica" i cui trattamenti mirano a prolungare la sopravvivenza, controllare i sintomi e migliorare o mantenere la qualità della vita delle pazienti. Alcune pazienti in fase metastatica sperimentano una rapida progressione della malattia e/o soffrono di sintomi debilitanti con un significativo impatto sul loro quotidiano, esigenze specifiche e necessità di ricevere maggiori informazioni dagli oncologi e specialisti che le aiutino a gestire ansia e stress.

Il supporto dalle detenute

L'idea potente di GO5 è stata quella di finanziare progetti di aiuto alle malate coinvolgendo altre donne in difficoltà, come ad esempio le detenute. Il primo passo è stato avviare una collaborazione con il carcere di San Vittore a Milano, dove sono stati creati e offerti turbanti e copricapi (accessori sempre più usati dalle donne che a causa delle terapie perdono i capelli). Successivamente sono state coinvolte le detenute del reparto di alta sicurezza di Vigevano, le quali, in collaborazione con Caritas, confezionano borse ed altri accessori che vengono poi proposti in eventi solidali (Velvet&Friends). Sì è creato quindi un circolo virtuoso dove i tessuti provengono da campionari o fine collezione e sono donati da aziende tessili come Ratti e Clerici, o da imprenditori del settore come Max Pavesi, e il ricavato viene usato per finanziare i progetti de "Il filo di Arianna".

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