Peste suina, Costa: “Valutare l’abbattimento dei cinghiali”

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Lo ha scritto su Twitter il sottosegretario alla Salute, anche in relazione ai nuovi avvistamenti di cinghiali su Roma e a sospetti casi di peste suina rilevati. E’ “necessario valutare il prolungamento dell'attività venatoria per ridurne sensibilmente il numero. Tuteliamo agricoltori e allevatori" ha aggiunto. E, come anticipato all'Ansa, lo stesso Costa lunedì sarà in Piemonte per provare "a chiudere il cerchio"

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“Fondamentale ridurre l’eccessiva presenza dei cinghiali sul territorio. Necessario valutare prolungamento dell'attività venatoria per ridurne sensibilmente il numero. Tuteliamo agricoltori e allevatori. Auspico si arrivi a questa sintesi all'interno del Governo”. Questo l’appello, affidato ad un post pubblicato su Twitter, del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in riferimento ai nuovi avvistamenti di cinghiali su Roma e ai due sospetti casi di peste suina rilevati.

Il piano di eradicazione del virus

Intanto, arrivano conferme sul fatto che il piano di eradicazione del virus della peste suina, gestito dal Ministero della Salute-Ispra e dalle Regioni interessate che prevede anche "abbattimenti selettivi di cinghiali" sia in dirittura di arrivo. "Lunedì sarò in Piemonte e proviamo a chiudere il cerchio", ha detto lo stesso Costa all'Ansa. Sottolineando come il provvedimento contenga "disposizioni atte ad eradicare il virus". Le misure previste "e le attività messe già in campo nelle Regioni inizialmente coinvolte, Liguria e Piemonte, divengono strutturali", ha confermato, mentre per il Lazio in queste ore ci sarà invece un'ordinanza che regola le attività.

"Densità dei cinghiali 5 volte più alta"

"Dobbiamo ridurre i cinghiali per tutelare l'agricoltura ed evitare rischi per l'incolumità dei cittadini", ha continuato il sottosegretario alla Salute, secondo cui "oggi la densità dei cinghiali in alcune zone d'Italia è almeno 5 volte superiore rispetto alla sopportabilità dell' ecosistema". Per Costa è importante poi ribadire che, al di là del fattore contingente della peste suina e "pur rispettando le sensibilità degli animalisti, questa è un'emergenza dinanzi alla quale occorre prevedere il prolungamento dell'attività venatoria da 3 a 5 mesi e la possibilità alle Regioni di rideterminare le quote". Si è in presenza, ha proseguito il sottosegretario Costa che ha proprio la delega alla peste suina, "di un'emergenza, come questa sul virus, che si inserisce su un'altra emergenza che è quella della grande presenza di cinghiali fuori dal loro habitat naturale" con "danni ingenti per l'agricoltura e danni ingenti per la pubblica incolumità. Se, infatti, facessimo il report di tutti gli incidenti stradali causati dai cinghiali emergerebbe un elenco infinito", ha detto. "Credo che ci sia una priorità da perseguire e questa priorità da perseguire è ristabilire il giusto equilibrio tra la presenza del cinghiale, la presenza dell'uomo e l'ambiente nel suo complesso e dobbiamo farlo attraverso interventi dell'uomo. La soluzione è dunque mettere in atto un piano per la riduzione della presenza degli ungulati". 

I procedimenti in arrivo

Proprio nel Lazio le autorità locali sono in attesa dell'ordinanza che indichi la strada da intraprendere. Il Commissario straordinario alla peste suina, Angelo Ferrari, ha spiegato all'Ansa di essersi "preso 24 ore per analizzare la situazione e verificare gli aspetti epidemiologici”. Sottolineando che “probabilmente dovremo rivedere la zona infetta”, dopo che negli scorsi giorni era stata approntata una “zona rossa” per i cinghiali con reti di contenimento interrate, interdizione delle zone di accesso e punti di prevenzione territoriale con pulizia continua dei rifiuti. Poi, sempre da Costa, è arrivata l'ulteriore conferma. In particolare, infatti, l'ordinanza per il Lazio, "che sarà firmata in queste ore dal commissario straordinario Ferrari", sulla falsa riga di quella per Liguria e Piemonte, "oltre all'elenco di tutte le attività possibili e delle eventuali prescrizioni derivanti dalla regolamentazione, potrebbe rivedere i confini della zona rossa". 

Il parere del presidente di Coldiretti

Secondo Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, “occorre intervenire con decisione per il contenimento della popolazione dei cinghiali che senza freni si sono moltiplicati a dismisura ed hanno invaso città e campagne con ben 2,3 milioni di esemplari su tutto il territorio nazionale che provocano danni ed incidenti con morti e feriti ma rappresentano anche un pericoloso veicolo per la peste suina”. Per l’esperto, infatti, “non è più tollerabile l'immobilismo delle Istituzioni di fronte all'estendersi dell'emergenza che mette a rischio il settore della norcineria nazionale che è una attività di punta dell'agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”, ha sottolineato. “Chiediamo l'intervento delle autorità competenti per contrastare le pratiche sleali e fermare le speculazioni”, ha poi concluso.

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