Peste suina, altri 2 casi sospetti a Roma. Regione: “Procedere con abbattimenti selettivi”

Lazio

"Dai primi riscontri delle analisi dei prelievi effettuati sui cinghiali emergono con alta probabilità altri due casi di positività su 16 campioni prelevati", spiega l'assessorato alla Sanità della Regione Lazio

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Altri due casi sospetti di peste suina a Roma sono stati rilevati nella stessa area del caso zero, una zona del parco dell'Insugherata. Lo rende noto l'assessorato alla Sanità della Regione Lazio. (PRIMO CASO DI PESTE SUINA A ROMA)

I due casi sospetti di peste suina a Roma

"Da primi riscontri dalle analisi dei prelievi effettuati sui cinghiali emergono con alta probabilità altri due casi di positività su 16 campioni prelevati - precisa l'assessorato - I casi sono riferiti alla stessa area del caso 0. I campioni verranno inviati all'Istituto zooprofilattico di Perugia per la definitiva conferma". L'assessorato precisa di "proseguire tutte le attività previste dall'ordinanza regionale", che prevede, tra l'altro, analisi su capi sospetti e sulle carcasse nonché il loro smaltimento in sicurezza, e chiede al ministero "di assegnare anche i test di conferma all'Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana per ridurre i tempi degli esiti".

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Regione Lazio: “Procedere ad abbattimenti selettivi”

"Il sottosegretario Costa ha sottolineato l'esigenza del depopolamento e quindi degli abbattimenti selettivi . Quindi a Roma si dovrà procedere a questo per creare un'area di vuoto e non permettere che questa epidemia possa espandersi", ha detto il capo gabinetto della Regione Lazio, Andrea Napoletano, in una dichiarazione al Tgr Lazio.

Lav, allevamenti maiali per Prosciutto di Parma. Roma, 27 marzo 2018. ANSA/LAV

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buona parte si trovano all'interno del Grande Raccordo Anulare ma forse una all'esterno, ed è quella più interessante". A dirlo è Angelo Ferrari, direttore dell'Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, e commissario straordinario per l'emergenza peste suina. Ferrari conferma che al momento sono soltanto due i casi di cinghiali sospettati di essere stati colpiti dalla malattia. Si stanno facendo gli accertamenti e "entro domani avremo la conferma da parte dell'istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana". La speranza del commissario, anche alla luce del nuovo ritrovamento, è che il fenomeno resti circoscritto all'interno del Gra: "Se fosse uscito ci complicherebbe la vita, perché significa che la malattia si sta diffondendo". Sono anche in corso approfondimenti di tipo genomico per capire "se si tratti di un focolaio primario o secondario. Pensiamo che sia primario e che non sia legato a quello del Piemonte e della Liguria".

Un allevamento di suini in una immagine di archivio.

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