Vaccino morbillo, Iss: è l'unica arma contro la panencefalite subacuta

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Uno studio, condotto dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per il morbillo e la rosolia dell'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha descritto i casi di 4 bambini maschi tra i 3 e i 16 anni, che avevano contratto il morbillo da piccoli e, a distanza di anni, hanno sviluppato la malattia

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Il vaccino contro il morbillo è l'unica arma a disposizione per prevenirne l'infezione naturale e le sue complicanze, inclusa la panencefalite sclerosante subacuta, una patologia che colpisce bambini e giovani adolescenti, in cui i nervi e il tessuto cerebrale degenerano progressivamente, in genere con esiti mortali.
Lo ha confermato una nuova ricerca condotta dagli studiosi del Laboratorio Nazionale di Riferimento per il morbillo e la rosolia dell'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Cos’è la panencefalite sclerosante subacuta

La panencefalite sclerosante subacuta (Pess) è un raro disturbo degenerativo progressivo del sistema nervoso centrale causato dall'infezione persistente del virus del morbillo, caratterizzato da una latenza molto lunga, che varia da 1 mese a 27 anni, con un’insorgenza media di 12 anni. L'incidenza della patologia varia notevolmente nel mondo, da circa 0,2 a 40 casi per milione di popolazione all'anno, a seconda del tasso di vaccinazioni contro il morbillo e si riduce dell'82-96% nei Paesi che hanno raggiunto maggiore copertura.

Lo studio nel dettaglio

Nel corso del nuovo studio, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Viruses, i ricercatori hanno monitorato i casi di quattro bambini maschi di età compresa tra i 3 e i 16 anni, che hanno contratto il morbillo e, a distanza di anni, sviluppato la Pess. Dall'analisi è emerso che in tre casi il morbillo era stato contratto tra i 14 giorni e gli 11 mesi di età, prima della vaccinazione, trasmesso dalle madri stesse, e la malattia si è manifestata a distanza di 3-5 anni dall'infezione naturale da morbillo. In un solo caso, invece, il morbillo era stato contratto all'età di 3 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino, che protegge solo il 95% degli immunizzati.

Obiettivo eliminazione patologia

"Poiché il vaccino contro il morbillo è programmato a partire dai 12 mesi di vita, il primo anno è il periodo in cui il paziente è più a rischio a causa dell'assenza di immunità", ha spiegato l'Iss in una nota, in cui sottolinea che per raggiungere l'obiettivo dell'"eliminazione" di questa patologia, traguardo possibile grazie al vaccino, sono tuttavia necessarie coperture vaccinali superiori al 95% con due dosi di vaccino. “Oggi sappiamo che la pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutti i Paesi e ha causato un abbassamento delle coperture vaccinali per numerose malattie prevenibili da vaccino, incluso il morbillo. Quindi, ora più che mai, è necessario sostenere il raggiungimento delle coperture vaccinali affinché non debba più morire nessun bambino a causa della mancata vaccinazione”, ha commentato Fabio Magurano responsabile di MoRoNet, rete nazionale appartenente all’European Measles and Rubella Laboratory Network (LabNet) dell’Oms.

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