Dopo esserci riusciti, circa uno decennio fa, sui topi, gli scienziati hanno ripetuto il processo nei ratti, fisiologicamente più simili agli esseri umani e modello animale principale per la ricerca in campo biomedico. Il merito va ai ricercatori dell’Università di Tokyo e dell’Istituto Nazionale per le Scienze Fisiologiche del Giappone
Dopo esserci riusciti con i topi, circa 10 anni fa, oggi gli scienziati sono riusciti ad ottenere cellule uovo e spermatozoi a partire da cellule staminali, che hanno permesso poi la nascita di cuccioli del tutto sani, anche nei ratti. L’importante risultato è stato raggiunto da un gruppo di ricercatori, coordinato da Mami Oikawa, dell’Università di Tokyo e dell’Istituto Nazionale per le Scienze Fisiologiche del Giappone.
Il ruolo delle cellule germinali primordiali
Lo studio, i cui esiti sono stati pubblicati all’interno della prestigiosa rivista “Science”, risulta, secondo gli esperti, particolarmente significativo, dal momento che i ratti sono fisiologicamente più simili agli esseri umani e rappresentano il modello animale principale per la ricerca in campo biomedico. Nel raccontare i dettagli della ricerca, gli studiosi hanno sottolineato che, nei mammiferi, le cellule germinali primordiali costituiscono i precursori di spermatozoi e ovociti, o cellule uovo. Il lavoro, in laboratorio, su cellule germinali a partire da cellule staminali pluripotenti, cioè dotate della capacità di svilupparsi in tutte le cellule di un organismo, potenzialmente impiantabili e fecondate per produrre prole sana, ha rappresentato da tempo un obiettivo degli esperti in medicina riproduttiva e in scienza dell'allevamento animale. Adesso, grazie a questo risultato che amplia quanto già ottenuto quasi un decennio fa nei topi, è stato possibile replicare il processo su altri animali, cosa che non era mai successa prima.
Nuove valutazioni sulle malattie ereditarie
I ricercatori, in definitiva, sono riusciti a dimostrare come questo percorso possa essere compiuto anche per i ratti. In particolare, hanno rilevato gli studiosi, a partire dalle cellule germinali ottenute, dopo che queste sono state trapiantate nei testicoli dell’animale, è stato possibile arrivare alla creazione di spermatidi funzionali, ovvero i precursori degli spermatozoi. Ma non solo, perché la loro introduzione in cellule uovo non fecondate ha consentito la nascita, come sottolineato, di prole del tutto sana. Il risultato di questo studio, hanno concluso i ricercatori giapponesi, potrà permettere di far luce su nuove informazioni particolarmente importanti anche per altre specie, consentendo anche di avviare nuove valutazioni sulle cause principali di diversi disturbi e di malattie ereditarie.