Covid, Cina: lockdown a Shenzhen e nella provincia di Jilin

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Prosegue la linea rigorosa di Pechino per far fronte all’emergenza coronavirus. Tra le aree coinvolte nei lockdown c’è anche Shanghai, dove metà della città è giunta al terzo giorno di lockdown per i test di massa, parte degli sforzi del governo cinese per frenare l'ondata della sotto-variante Omicron BA.2

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La Cina continua nella linea dura contro il Covid-19, anche in virtù dell’aumento recente dei nuovi casi. Nel Paese, dove sin dai primordi della pandemia vige la rigorosa politica “zero-Covid", che mira a eliminare tutti i focolai e le catene di trasmissione utilizzando una combinazione di controlli alle frontiere, test di massa e procedure di quarantena, proseguono i lockdown mirati. Oltre a Shanghai, anche Shenzhen e l'intera provincia del Jilin, nel nord-est del Paese, sono state soggette nelle ultime settimane a blocchi che hanno coinvolto decine di milioni di persone. Obiettivo quello di contrastare l'aumento dei contagi, dovuti principalmente alla diffusione della sotto-variante Omicron BA.2.

L’aumento dei casi di Covid-19

A Shanghai, come riporta anche l’agenzia Reuters, metà della città è al terzo giorno di lockdown per i test di massa, parte degli sforzi del governo cinese per frenare l'ondata di Omicron. La linea rigorosa, dunque, non si ferma, anche visti i dati recenti che segnalano, alla data di martedì 29 marzo, come i contagi si siano più che triplicati arrivando a 326 rispetto ai 96 di lunedì 28, mentre i soggetti asintomatici sono aumentati di oltre un migliaio di unità, salendo a quota 5.656. Peggiora, in generale, la situazione nell'intera Cina dove sono state registrate quasi 9.000 infezioni, di cui 1.565 di trasmissione domestica, come riferito dalla Commissione sanitaria nazionale. Nel dettaglio, quanto ai casi di trasmissione demestica, 1.150 sono riferiti alla provincia di Jilin, 326 come detto proprio a Shanghai, 26 all'Henan e 16 allo Heilongjiang. 

La situazione a Shanghai

Il blocco fino al primo aprile della parte orientale di Shanghai, che sta coinvolgendo 26 milioni di abitanti, è entrato come detto nel suo terzo giorno. Molti negozi sono chiusi e le persone per strada restano poche anche nella parte aperta della città. Nell'area di Puxi, ad esempio, la via pedonale dello shopping di “Nanjing Road” è rimasta per lo più chiusa e i ristoranti sono attivi solo con servizi di asporto. Le autorità locali, comunque, stanno lavorando per assicurare gli approvvigionamenti alimentari dopo la corsa agli acquisti sviluppatasi domenica scorsa, all'annuncio del lockdown in due fasi, e le segnalazioni di carenza di prodotti come carne e verdura. Il lockdown di Shanghai, segnalano gli esperti locali, pare essere destinato a diventare il più grande in Cina su una singola città, sin dall’inizio dell'epidemia di Covid-19 avvenuta ormai due anni fa. Attualmente, per fronte all’emergenza, sono circa 68.000 i volontari che, con i dipendenti governativi, sono presenti nei posti di blocco organizzati intorno ai complessi residenziali.

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