Tumore mammella, studio: olaparib in adiuvante migliora sopravvivenza

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Ha ridotto del 32% il rischio di morte nelle pazienti con mutazione Brca e tumore della mammella in stadio precoce, HER2-negative, ad alto rischio di ricaduta. I risultati dello studio clinico di fase 3 sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine

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Nuovi passi in avanti nella lotta contro il tumore alla mammella: presto potrebbe essere disponibile una nuova arma terapeutica post-chirurgia contro una specifica forma ereditaria.
Si tratta del trattamento adiuvante con il Parp inibitore olaparib, che in un nuovo studio clinico di fase 3 (OlympiA) ha dimostrato di essere in grado di ridurre del 32% il rischio di morte nelle pazienti con tumore della mammella HER2-negativo, con mutazione Brca, in stadio precoce ad alto rischio di ricaduta. Lo hanno annunciato AstraZeneca e Msd in una nota.

I risultati

Nello specifico, i risultati dello studio, pubblicati sul New England Journal of Medicine, indicano che il trattamento adiuvante con olaparib è associato a un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza globale rispetto al placebo, in pazienti con mutazione Brca e tumore della mammella in stadio precoce, HER2-negative, ad alto rischio di ricaduta, che hanno completato il trattamento locale e sono state trattate con chemioterapia neoadiuvante o adiuvante. Olaparib è il primo Parp inibitore a dimostrare un beneficio in sopravvivenza globale nel carcinoma mammario in stadio precoce. Risultati che hanno valso al medicinale la recente approvazione da parte della statunitense Food and Drug Administration per il suo utilizzo in questo contesto. "Gli ultimi risultati dello studio OlympiA sono un'ottima notizia per i pazienti con una specifica forma ereditaria di cancro al seno e confermano che è in corso una vera rivoluzione nella terapia di questa malattia, basata su trattamenti sempre più mirati ed efficaci", ha spiegato Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Senologia dell'Istituto tumori Pascale di Napoli e Principal Investigator dello studio. Nello specifico, ha aggiunto "i risultati si riferiscono ai tumori della mammella ereditari, insorti in donne con mutazione in uno o entrambi di due geni specifici denominati BRCA1 e BRCA2. La maggior parte di questi tumori, quando identificati in fase precoce, guariscono. Non tutti però, e una parte di questi ha un rischio più elevato. Lo studio OlympiA ha ora dimostrato che, in questi casi, è possibile usare olaparib, un farmaco che colpisce specificamente le mutazioni dei geni BRCA1 e 2, per ridurre ulteriormente il rischio di recidiva e aumentare le probabilità di guarigione definitiva".

Tumore della mammella: numeri  

Il tumore della mammella è il cancro più comunemente diagnosticato nel mondo. Solo nel 2020 si stima siano stati accertati 2,3 milioni di casi nel mondo, 55mila in Italia. In media, nella Penisola, la presenza di una mutazionegerminale Brca viene rilevata in circa il 5% dei casi.

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