Giornata mondiale del sonno 2022, i rischi legati all'insonnia

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Nel mondo soffrono di questo disturbo legato al sonno circa 790 milioni di persone. Secondo Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di Neurologia presso l'Università Vita-Salute di Milano, “chi dorme poco e male non ha i livelli di attenzione e vigilanza adeguati e non ha la capacità di operare adeguate scelte e decisioni” 

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In tutto il mondo ci sono circa 790 milioni di persone colpite da insonnia, la difficoltà tipica di addormentarsi, dormendo continuativamente per tutta la notte o comunque abbastanza a lungo. E dormire male, secondo gli esperti, può comportare dei rischi, come quello di cadute o incidenti stradali e sul lavoro. Ne ha parlato, in occasione della Giornata mondiale del sonno che ricorre oggi, 18 marzo, Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di Neurologia presso l'Università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di Medicina del Sonno dell'Irccs Ospedale San Raffaele.

I rischi legati all’insonnia

 “Chi dorme poco e male non ha i livelli di attenzione e vigilanza adeguati e non ha la capacità di operare adeguate scelte e decisioni” ha sottolineato, a proposito di quello che è considerato l'11esimo disturbo cerebrale per importanza. “Paradossalmente il paziente insonne durante il giorno non ha sempre sonnolenza, anzi, a volte è molto attivo pur avendo dormito poco”, ha proseguito. “Se però lo sottoponiamo ad un compito che prevede di operare delle scelte non è in grado di eseguirle. L'insonnia difatti comporta un aumentato rischio di incidenti stradali, cadute, errori e incidenti sul lavoro. Inoltre, il peso socio-economico dell'insonnia è altissimo, solo in Europa è pari a 50 miliardi di euro in costi diretti”, ha detto ancora. A livello dell’organismo, poi, “ci sono rischi aumentati di ipertensione arteriosa, di diabete mellito, di riduzione delle difese immunitarie, di patologie psichiatriche come disturbi d'ansia e depressione, di obesità. Tant'è vero questo che diversi studi hanno dimostrato che gli insonni tendono ad utilizzare molto di più le risorse sanitarie rispetto a chi dorme bene”. In quest’ottica, ha concluso Ferini Strambi, è stato condotto uno studio recentissimo, in Cina e durante la pandemia, che ha sottolineato come “i soggetti 'buoni dormitori' rispetto agli insonni vengono ricoverati di meno in terapia intensiva e hanno una degenza ospedaliera ridotta”.

Un nuovo farmaco anti-insonnia

Intanto, a proposito di insonnia, sul mercato dei farmaci, potrebbero presto arrivare delle novità. In particolare, da Idorsia, una start-up biofarmaceutica svizzera che si occupa di ricerca e sviluppo di small molecules, presente adesso anche nel nostro Paese. Nata nel 2017, Idorsia annovera un team di ricerca che ha lavorato insieme per oltre 20 anni e di 11 farmaci prodotti, 6 sono già in fase avanzata di sviluppo. E, tra i primi campi su cui gli specialisti dell’azienda si sono cimentati, c’è proprio quello dell'insonnia, grazie a un farmaco di prossima immissione in commercio basato su un innovativo meccanismo d'azione. Si tratta del doppio antagonista dei recettori dell'orexina, che ha di recente ricevuto il parere positivo del Chmp, il Comitato per i medicinali a uso umano dell’Ema, per l'utilizzo nell'Unione Europea negli adulti che soffrono di insonnia cronica e di una compromissione della funzionalità diurna. Il farmaco, hanno spiegato gli esperti, rappresenta la prima molecola di questa classe a ricevere parere positivo in Europa, supportato da studi registrativi di fase III, di recente pubblicati sulla rivista scientifica “Lancet Neurology”.

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