Covid, Cartabellotta: "Circolazione virus elevata, follia togliere mascherine al chiuso"

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Lo ha dichiarato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando il report settimanale. "Serviranno 7-10 giorni per capire se la risalita della curva coincide con l’inizio di una nuova ondata, con successivo impatto sugli ospedali, o si tratta semplicemente di un semplice rimbalzo", ha aggiunto

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In Italia, i casi di Covid-19 tornano a salire dopo 5 settimane di curva in discesa. Il report settimanale prodotto dalla Fondazione Gimbe indica che il rialzo è dell'1,5 % in 7 giorni. A fronte di questo cambio di marcia, calano i ricoveri in area medica (-16,1%) e in terapia intensiva (-16,4%), ma anche anche i decessi (-19,3%).
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, "i dati dimostrano che la circolazione del virus è ancora molto elevata" e  "indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza è pura follia pensare di abbandonare l’utilizzo delle mascherine al chiuso, fondamentali per contenere il più possibile la trasmissione del contagio, vista anche la limitata efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di infezione". (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

I motivi del rialzo dei casi

A suo parere, la risalita della curva epidemica nella Penisola consegue all’interazione di vari fattori, quali il "rilassamento della popolazione", la "diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2", la "persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso", e "verosimile il calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione dopo qualche mese dalla dose booster". In ogni caso, al di là delle motivazioni, secondo il presidente della Fondazione Gimbe "serviranno 7-10 giorni per capire se la risalita della curva coincide con l’inizio di una nuova ondata, con successivo impatto sugli ospedali, o si tratta semplicemente di un semplice rimbalzo".

L'importanza della vaccinazione contro il Covid

Per quanto riguarda i vaccini anti-Covid, "considerato che un’ampia fetta della popolazione è suscettibile al contagio, rimane prioritaria la somministrazione del ciclo primario a 4,67 milioni di persone e del booster a 2,8 milioni, in particolare agli over 50 a rischio elevato di malattia grave", ha concluso Cartabellotta.

 

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