Lo ha detto il presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Giorgio Palù, nel corso di un'intervista rilasciata a “Libero”. “È probabile che l'emergenza pandemica si esaurisca, visto che tutte le pandemie storicamente hanno una durata limitata nel tempo, ma non si può escludere che si perpetui con l'emergere di nuovi mutanti virali. Quello che sembra lo scenario più verosimile è che la pandemia diventi un'infezione endemica”, ha spiegato
Lo scenario più verosimile è che la pandemia “diventi un’infezione endemica”. Lo ha detto il presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Giorgio Palù, nel corso di un'intervista rilasciata a “Libero” e a commento della situazione sanitaria legata al Covid-19. “Avremo altre pandemie, visto che stiamo alterando il pianeta e i suoi ecosistemi e violando nicchie ambientali dove gli animali selvatici vivevano in isolamento”, ha spiegato ancora. “È probabile che l'emergenza pandemica si esaurisca, visto che tutte le pandemie storicamente hanno una durata limitata nel tempo, ma non si può escludere che si perpetui con l'emergere di nuovi mutanti virali. Quello che sembra lo scenario più verosimile è che la pandemia diventi un'infezione endemica”, ha detto.
Le lezioni dell’epidemia per l’Italia
Quale lezione, questa epidemia, ci ha consegnato per il futuro? “Ci salva il fatto che il salto dall'animale all'uomo è rarissimo, ma capita”, ha proseguito Palù, secondo cui il nostro Paese, in base a quanto accaduto con il coronavirus, dovrebbe “investire in ricerca di base e in ricerca e sviluppo industriale per approntare nuovi farmaci e vaccini come stanno facendo i nostri partner Europei”. L’Italia, poi, dovrebbe “riorganizzare l'assistenza territoriale: bisogna ricominciare a curare in casa, soprattutto patologie ad alta trasmissività. Il Covid è stata anche un'epidemia nosocomiale, con positivi ricoverati che infettavano altri ospedalizzati e personale sanitario, con un contagio che dall'ospedale si trasferiva alla comunità”, ha proseguito l’esperto. Ad oggi, ha confermato, “c’è carenza di medici in alcune specializzazioni”, tra cui pediatria, anestesia e rianimazione, radiologia, chirurgie, “ma l'Italia, con i suoi 42mila medici generici, uno ogni 1.400 abitanti, ha un rapporto medico/assistito identico a quello della Germania e solo di poco inferiore a quello della Francia”, ha detto. “Come previsto anche dal Pnrr, è necessaria una riorganizzazione delle funzioni dei medici generici e delle strutture della medicina territoriale oltre a una digitalizzazione della medicina in genere: fascicolo sanitario, analisi di big data relativi a parametri clinici ed epidemiologi, indicatori di consumo”, ha poi sottolineato ancora.
Investire in “virologia evoluzionistica”
Come organizzarsi per prevenire una prossima pandemia? Occorre “investire in virologia evoluzionistica, quella che analizza come i virus animali si interfacciano all'uomo e all'ambiente e indaga su quali hanno potenziale pre-pandemico, possono cioè fare il salto di specie e infettarci”, ha sottolineato nel corso dell’intervista. “È meno improbabile di quanto si pensi, se si considerano le 3.500 specie murine e di chirotteri presenti sul pianeta (tutti mammiferi) che hanno un genoma alquanto simile al nostro e che albergano milioni di virus ancora sconosciuti”.
No-vax e “medici da talk-show”
In conclusione, due riferimenti ad alcuni colleghi e ai no-vax. “I medici da talk-show”, ha detto il presidente di Aifa, avrebbero la colpa di “creare confusione”, perché “più voci parlano, maggiore è il disorientamento della cittadinanza”. Parlando dei secondi, Palù ha detto che “molte distorsioni della verità, causa di pregiudizi, hanno origine da una cattiva informazione, oggi incontrollabile in quanto viaggia nell'etere, che ha conseguentemente dato dignità anche alle cosiddette fake news”. Se si fosse argomentato meglio, “specie sui vaccini, che la scienza mette sempre in discussione i propri risultati e non arriva mai a principi assoluti, la gente non si sarebbe messa a cercare risposte su internet”, ha concluso.