Tumore seno, studio: svuotamento dell'ascella evitabile in 50% pazienti candidate

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La metà delle pazienti candidate a un esteso intervento chirurgico all’ascella, può essere trattata con una chirurgia conservativa, che ha meno complicanze e salvaguarda la funzionalità del braccio. È quanto emerso da uno studio dell'Istituto Europeo di Oncologia, che ha coinvolto oltre 30 pazienti

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Un nuovo studio dell'Istituto Europeo di Oncologia ha dimostrato che lo svuotamento ascellare è evitabile per oltre la metà delle pazienti colpite da un tumore al seno oggi sottoposte a questa tipologia di intervento. Secondo i ricercatori, buona parte delle donne candidate a questo esteso intervento chirurgico all'ascella può essere trattata con una chirurgia conservativa, che ha meno complicanze e salvaguarda la funzionalità del braccio.
I risultati dello studio, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Future Oncology, oltre ad aprire la strada a trattamenti sempre più personalizzati, potrebbero evitare un intervento non necessario di dissezione ascellare a migliaia di donne.

Lo studio su oltre 30mila pazienti

Nel corso di un'ampia analisi condotta su 30.508 pazienti tra il 2000-2017, i ricercatori hanno cercato di comprendere quale sia il migliore trattamento nei casi in cui non è possibile identificare con la biopsia il linfonodo sentinella, il primo dei linfonodi della rete linfatica che si dirama dalla ghiandola mammaria e che, se infiltrato da cellule tumorali, indica la diffusione del tumore nell'ascella. "Alcuni studi hanno ipotizzato che la mancata visualizzazione del linfonodo sentinella fosse segnale di metastasi e dunque un'indicazione per il chirurgo a procedere con lo svuotamento ascellare", ha spiegato Giovanni Corso, chirurgo senologo IEO, ricercatore dell'Università di Milano, coautore e promotore dello studio. "In IEO abbiamo deciso di non fermarci ai risultati della linfoscintigrafia, ma continuare la ricerca del linfonodo sentinella in sala operatoria".

I risultati

Nello specifico, lo studio ha evidenziato che nel 73% dei casi in cui il linfonodo sentinella non è stato identificato durante la linfoscintigrafia era visibile in fase intra-operatoria. Tra questi il 72,7% avevano un linfonodo sentinella negativo e dunque il chirurgo non ha eseguito la dissezione ascellare. Dunque, "oltre la metà delle pazienti in cui il linfonodo sentinella non è visualizzabile non ha metastasi ascellari e può evitare lo svuotamento dell'ascella", ha spiegato Francesca Magnoni, chirurgo senologo IEO e prima firma del lavoro.

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