Peste suina africana, funzionari Ue in arrivo tra Piemonte e Liguria

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma

Lo hanno annunciato i dirigenti della Sanità Veterinaria della Regione Piemonte. Dovranno verificare la gestione dell'emergenza legata alla Peste suina africana, malattia virale che colpisce suini e cinghiali ma che non è trasmissibile agli esseri umani. In tutto, di recente, sono stati individuati 28 cinghiali positivi, di cui 14 in Piemonte e altrettanti in Liguria

Nelle prossime settimane arriveranno in Piemonte e Liguria i funzionari incaricati dall'Unione Europea per la verifica della gestione dell'emergenza legata alla Peste suina africana (PSA). Lo hanno annunciato i dirigenti della Sanità Veterinaria della Regione Piemonte, nel corso di un webinar organizzato da Confagricoltura con la partecipazione dell'assessore regionale, Luigi Genesio Icardi, del direttore dei servizi veterinari della Regione, Bartolomeo Griglio e del commissario per la peste suina in provincia di Alessandria, Giorgio Sapino. La decisione è arrivata dopo che negli ultimi giorni è stato accertato un nuovo caso di Peste suina africana tra i cinghiali trovati morti in un'area infetta che comprende 114 Comuni tra Liguria e Piemonte. Questo caso, come confermato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte Liguria Valle d'Aosta, porta il totale a 28 cinghiali positivi, di cui 14 in Piemonte e altrettanti in Liguria.

Cos’è la Peste suina africana

La Peste suina africana (PSA), come spiega il ministero della Salute, è “una malattia virale che colpisce suini e cinghiali”. Risulta “altamente contagiosa e spesso letale per gli animali ma non è trasmissibile agli esseri umani”. A proposito dei dati epidemiologici relativi alla malattia, il ministero riporta che nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est dell’Europa. Da quel momento la malattia si è diffusa in altri Stati Membri, tra cui Belgio e Germania, “mentre in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine e in diverse aree del Sud-Est asiatico, raggiungendo anche l’Oceania”. In Italia, il 7 gennaio 2022 è stata confermata la positività in un cinghiale trovato morto in Piemonte, nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Si tratta del cosiddetto “cinghiale zero” che ha riguardato poi il contagio riscontrato nelle aree tra Piemonte e Liguria. In precedenza, nel nostro Paese, la malattia era stata rilevata in Sardegna, dove però “negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica”. Il virus riscontrato in Piemonte, rilevano ancora gli esperti, “è geneticamente diverso da quello circolante in Sardegna e corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni”.

“Evitare che l’epidemia si estenda”

Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ha sottolineato, vista la situazione, “la ferma volontà degli allevatori di adottare tutte le azioni necessarie per assicurare la piena ripresa delle attività produttive, che nel nostro Paese rappresentano un volume di 100.000 suini macellati alla settimana”. Si tratta, ha aggiunto, di “un patrimonio basilare per l'economia agricola piemontese che conta su oltre 1.300.000 suini, allevati prevalentemente in provincia di Cuneo”. Proprio i numeri degli allevamenti cuneesi, hanno sottolineato gli allevatori di Confagricoltura, “fanno sì che sia indispensabile evitare che l'epidemia si estenda. “Per questo è necessario procedere al più presto, seppur a malincuore, all'abbattimento forzoso di tutti i suini allevati nell'area infetta in provincia di Alessandria”, hanno riferito.

approfondimento

Peste suina: Coldiretti, "penalizza settore ma carne sicura"

Salute e benessere: Più letti