
Long Covid, 4 fattori ne aumentano il rischio: ecco quali sono
Secondo una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista scientifica Cell, esistono degli indicatori che permetterebbero di aiutare a capire se ci saranno effetti della malattia a lungo termine, una volta che ci si è negativizzati. Si tratta del livello di Rna del coronavirus all’inizio dell’infezione, della presenza di alcuni autoanticorpi, della riattivazione del virus di Epstein-Barr e della presenza del diabete di tipo 2

Con l’aumento di casi di Covid-19 in molti Paesi, spinti soprattutto dalla forte trasmissibilità della variante Omicron, aumentano i timori legati al Long Covid, cioè agli effetti della malattia a lungo termine, quelli che si presentano una volta che ci si è negativizzati
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Sono diversi gli studi che stanno venendo condotti sul tema. Una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Zurigo, per esempio, ha mostrato come i principali fattori che possono incidere sul rischio di sviluppare la sindrome post-acuta Covid-19 sono l'età avanzata, alcuni sintomi specifici durante l'infezione ed episodi precedenti di asma o febbre
Covid, i fattori per valutare il rischio di long Covid: lo studio
Inoltre, secondo una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista scientifica Cell, esistono quattro fattori che permetterebbero di aiutare a capire se la sindrome del Long Covid si manifesterà
LO STUDIO SUL LONG COVID
Come scrive anche il New York Times, il primo fattore è il livello di Rna del coronavirus all’inizio dell’infezione. Mentre il secondo è la presenza di alcuni autoanticorpi (che attaccano, per errore, i tessuti del corpo)

Il terzo fattore è la riattivazione del virus di Epstein-Barr (che infetta soprattutto i giovani e che poi diventa dormiente) e il quarto è il diabete di tipo 2

“La rilevabilità della maggior parte dei fattori del Long Covid alla diagnosi di Covid-19 sottolinea l'importanza di misurazioni precoci della malattia per comprendere le condizioni croniche emergenti e suggerisce strategie di trattamento”, spiegano i ricercatori

Lo studio ha preso in considerazione 209 casi, tra i 18 e gli 89 anni, che si erano infettati con il coronavirus nel 2020 o all’inizio del 2021. Tra loro, il 37% dei pazienti aveva avuto tre o più sintomi di Long Covid due o tre mesi dopo aver contratto il virus. Il 24% aveva avuto uno o due sintomi e il 39%, invece, era asintomatico

Tra quel 37% di pazienti che avevano avuto tre o più sintomi di Long Covid, la quasi totalità (il 95%) aveva uno dei quattro fattori di rischio identificati. Il più influente sembra essere stato quello degli autoanticorpi

I sintomi del Long Covid che sono emersi dagli studi più recenti, possono essere affaticamento cronico, dispnea, anomalie cardiovascolari, le encefalopatie, i casi di disturbi post-traumatici da stress, ma anche depressione, ansia e sintomi ossessivo-compulsivi