
Covid, quando fare il tampone ai bambini e in presenza di quali sintomi. Cosa sappiamo
In caso di presenza di segnali riconducibili al coronavirus, quando è bene fare il test ai più piccoli? Quante “spie” del virus devono essere “accese”? Ecco che cosa è bene sapere

Non bisogna farsi prendere dal panico al primo sintomo riconducibile al Covid-19 nei bambini. Tosse, febbre e raffreddore non sono per forza il segnale della presenza del virus, vista anche la stagione autunnale. Con il rientro a scuola e nelle varie attività extra scolastiche i bambini inevitabilmente possono andare incontro a raffreddori e malanni di stagione
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Secondo gli esperti, a differenza della scorsa primavera, quando circolava prevalentemente il virus nella variante Delta, molto contagiosa, ora stanno circolando diversi virus, tra cui, appunto, quelli del raffreddore e presto arriverà anche quello dell’influenza
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Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, all’ospedale pediatrico Buzzi di Milano sono ricoverati 40 bambini in pediatria ma nessuno ha il Covid. Sono invece numerosi i piccoli pazienti che hanno contratto il virus respiratorio sinciziale, bronchioliti, polmoniti o altri virus respiratori. Con un quadro sanitario molto simile a quello dell’era pre-Covid: "Molti virus respiratori che sono tornati a circolare, come in epoca pre pandemica" conferma Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto Pediatria all’ospedale Buzzi di Milano
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A rendere difficoltosa la diagnosi sono i sintomi molto spesso simili tra Covid e influenza. Pensiamo al raffreddore, ad esempio. Per avere la certezza che si tratti dell’uno o dell’altro, l’unico strumento in nostro possesso è il tampone

Dal momento che lo Stato ha scelto di non adottare lo screening a tappeto, ecco alcuni consigli di buon senso da parte del medico, per aiutare mamma e papà ad affrontare tosse, raffreddore e naso che cola dei propri bambini: “Se il bambino ha il raffreddore accompagnato da naso chiuso o che cola e qualche colpo di tosse o mal di gola senza altri sintomi come magari disturbi gastrointestinali possiamo concludere con abbastanza certezza che siamo di fronte a un classico raffreddamento stagionale” spiega al Corriere Zuccotti

Se il piccolo di casa manifesta diversi sintomi, e oltre al raffreddore ha “febbre superiore a 37,5 e magari anche sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea allora è lecito sospettare del Covid-19” aggiunge il professor Zuccotti. "In generale se i sintomi si presentano singolarmente - solo raffreddore, solo febbre, solo vomito e diarrea - è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione, i classici raffreddori e gastroenteriti virali che accompagnano l’inverno e non al Covid-19”

In caso di presenza di tosse serve una diagnosi differenziale, che stabilisca con certezza che quella secca, stizzosa e insistente, più tipica dell’asma ma non così infrequente durante la stagione invernale, sia riconducibile al virus respiratorio sinciziale (RSV) e non al Covid

Un raffreddore non deve allarmare. Secondo il pediatra se il raffreddore è isolato e i colpi di tosse si manifestano in particolare quando il bambino sotto i sei anni cambia posizione, magari coricandosi a letto o si alza, il piccolo alunno può tranquillamente andare a scuola. Diverso è se ha febbre superiore ai 37,5 con tosse o raffreddore ed eventualmente problemi gastrointestinali

Il pediatra del Buzzi suggerisce attraverso il Corriere di cercare di analizzare i sintomi nei bambini senza farsi prendere dal panico e di cercare di trattare l’infezione con lucidità. Nei più piccoli è facile che si tratti di una normale influenza

La situazione in Italia, grazie al vaccino cui si è sottoposto il 77% della popolazione, è molto diversa da quella dell’anno scorso o anche semplicemente della primavera scorsa. E la maggior parte delle persone è asintomatica