La decisione arriva dalla Therapeutic Goods Administration (TGA) australiana, che di recente ha registrato un forte aumento delle prescrizioni del farmaco, un antielmintico che favorisce l'espulsione di vermi e parassiti intestinali. Come già segnalato dalla Fda americana, si tratta di "un farmaco non approvato per l'uso contro il Covid-19 in Australia o in altri Paesi sviluppati e il suo utilizzo da parte dei pazienti per contrastare il coronavirus è ad oggi fortemente scoraggiato”, hanno detto gli esperti
La Therapeutic Goods Administration (TGA) australiana ha deciso di vietare l’ivermectina come farmaco per il trattamento contro il Covid-19, dopo averne registrato un forte aumento delle prescrizioni. Lo riporta, tra gli altri, anche un articolo del “The Guardian”.
L’aumento delle prescrizioni in Australia
L’ivermectina è un farmaco antielmintico che debella o favorisce l'espulsione di vermi e parassiti intestinali, come spiega il portale del polo ospedaliero “Humanitas”. Si tratta di un medicinale che di recente, soprattutto in ambienti no vax, aveva alimentato le speranze di cura contro il coronavirus ma che l’Oms e le principali autorità sanitarie hanno respinto come medicinale adatto per questo scopo. E di recente anche la Food and Drugs Administration statunitense è tornata a chiarire, attraverso un post su Twitter, che l’anti-parassitario, utilizzato normalmente per gli animali, non ha alcun tipo di effetto per la prevenzione o la cura del Covid-19. Tornando all’Australia, come detto, l’ente regolatore dei farmaci locali ha dunque vietato ai medici di prescrivere il farmaco antiparassitario per cosiddetti usi “off-label”, come appunto il trattamento del Covid. La decisione, ha spiegato il “The Guardian”, è arrivata dopo che le prescrizioni per l’ivermectina sono aumentate dalle tre alle quattro volte nel Paese, solamente negli ultimi mesi. I cittadini, adesso, potranno ottenere una prescrizione del farmaco solamente per le condizioni approvate dalla Therapeutic Goods Administration stessa, tra cui quelle legate alle infezioni parassitarie. “Questi cambiamenti sono stati introdotti a causa di preoccupazioni legate alla prescrizione di ivermectina orale per la presunta prevenzione o trattamento del Covid-19”, hanno confermato i vertici della TGA.
Le preoccupazioni degli esperti
"Ivermectina non è un farmaco approvato per l'uso contro il Covid-19 in Australia o in altri Paesi sviluppati e il suo utilizzo da parte dei pazienti per contrastare il coronavirus è ad oggi fortemente scoraggiato dalla National Covid Clinical Evidence Taskforce, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Food and Drug Administration”, hanno sottolineato gli esperti. Tra le preoccupazioni legate all’aumento delle prescrizioni del farmaco, quella per cui i cittadini positivi al Covid-19 potessero assumere ivermectina piuttosto che seguire le cure approvate o persino prenderlo invece di farsi vaccinare. L’ente regolatore australiano ha espresso anche timori legati al fatto che i cittadini abbiano chiesto consigli su come somministrare l'ivermectina, utilizzando il farmaco in dosi non sicure. “Le dosi di ivermectina che vengono raccomandate in post inaffidabili apparsi sui social media sono significativamente più alte di quelle approvate e ritenute sicure per la scabbia o per il trattamento dei parassiti”, hanno affermato gli esperti. “Queste dosi più elevate possono essere associate a gravi effetti avversi, tra cui nausea grave, vomito, vertigini, effetti neurologici, convulsioni e anche il coma”. Secondo la TGA australiana, in definitiva, “rimane una significativa incertezza sul fatto che l'ivermectina sia più efficace e più sicura delle cure standard nel trattamento dei pazienti con Covid-19”.