Covid, Shahar a Sky TG24: “In Israele terza dose necessaria per frenare la quarta ondata”

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Lo ha sottolineato il responsabile del piano vaccinale anti-Covid israeliano, intervenendo nel corso della trasmissione “Buongiorno”. “Con la variante Delta c’è stata una quarta ondata veramente impressionante. Abbiamo dovuto capire perché questa ondata è arrivata qualche mese dopo la seconda iniezione del vaccino Pfizer e abbiamo capito che c’è una riduzione dell’immunità, non solo perché bucava la variante, ma perché c’era una riduzione di anticorpi. Per questo abbiamo deciso di fare la terza dose” ha riferito

In Israele la terza dose di vaccino anti-Covid darà un “booster contro la quarta ondata” di contagi. Lo ha riferito, nel corso di “Buongiorno” in onda su Sky TG24, Arnon Shahar, medico responsabile della task-force del piano vaccinale anti-Covid del Paese. “Stiamo subendo la quarta ondata, siamo verso la fine, stamattina, dopo quasi due mesi di salita dell’indica di contagiosità, siamo scesi sotto l’uno”, ha riferito l’esperto. “Con la variante Delta c’è stata una quarta ondata veramente impressionante. Abbiamo dovuto capire perché questa ondata è arrivata qualche mese dopo la seconda iniezione del vaccino Pfizer e abbiamo capito che c’è una riduzione dell’immunità, non solo perché bucava la variante, ma perché c’era una riduzione di anticorpi. Per questo abbiamo deciso di fare la terza dose”, ha spiegato Shahar. “Siamo riusciti a frenare la quarta ondata con un piano vaccinale molto buono, siamo quasi al 60% degli over 60 con la terza dose”, ha poi aggiunto, riportando alcuni dati relativi alla campagna vaccinale interna.

La terza dose per tutti dopo 5 mesi dalla seconda, tranne che per i guariti

L’ulteriore dose di vaccino, ha poi specificato il responsabile della task force dei vaccini in Israele, “non è prevista per i guariti, perché abbiamo visto che sono più protetti, e per gli over 12 per i quali non sono ancora passati cinque mesi”. È prevista invece, “per tutti gli over 12 per cui siano passati almeno 5 mesi dalla seconda iniezione”, ha sottolineato il medico. L’importanza dell’ulteriore dose di vaccino, ha detto, può essere spiegata poi con il fatto che la stessa ha contribuito a “salvare vite. Inoltre, se non avessimo fatto la terza dose, saremmo in lockdown da un mese e mezzo. Un lockdown molto più severo dell’anno scorso”.

In Israele no all’obbligo vaccinale ma Green pass necessario per tutti

A proposito di certificato vaccinale, Shahar ha raccontato che in Israele “il Green pass vale per tutti. E chi non è vaccinato deve presentare due volte a settimana, a spese proprie, il tampone”. Nessun obbligo al vaccino, però. “Noi non abbiamo mai obbligato al vaccino, perché le spiegazioni scientifiche devono essere sufficienti. Il problema è che ci sono tantissime fonti che danno informazioni errate, noi lottiamo contro l’informazione errata che c’è sui social e sulla rete”, ha spiegato ancora. “Obbligare una persona al vaccino è una cosa molto estrema, però chi non viene vaccinato e vuole andare al lavoro, a scuola, in ospedale, deve pagare il proprio tampone. Non è una cosa comoda, da quando due mesi fa abbiamo applicato il Green pass abbiamo visto un aumento delle persone che sono venute a vaccinarsi”, ha riferito ancora.

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Test rapidi agli alunni prima dell’inizio della scuola

Nell’ottica della ripartenza dell’anno scolastico, il medico israeliano ha spiegato l’iniziativa pensata dalle autorità sanitarie. “Abbiamo fatto i test rapidi a tutti gli alunni prima dell’inizio della scuola e abbiamo trovato quasi diecimila ragazzi positivi asintomatici. È stata un’idea che probabilmente ha funzionato”, ha detto l’esperto.

La quarta dose non è al momento sul tavolo

Dopo la terza, è possibile prevedere anche una quarta dose di farmaco anti-Covid? “Una quarta dose non è sul tavolo. Dobbiamo vedere cosa succede per qualche mese con la terza dose e le varianti. Per adesso stiamo preparando i nostri numeri per tutto il mondo, per far vedere che questa terza dose è essenziale. Probabilmente bisognerà continuare a vaccinarsi, come per l’influenza, una volta ogni qualche mese o un anno, ma vediamo”, ha concluso.

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