Scoperto nei topi un nuovo gene che sarebbe legato all'infertilità maschile, lo studio

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Si tratta di Zfp541, un gene che controlla la meiosi, la divisione cellulare che avviene nelle ovaie e nei testicoli per produrre uova e spermatozoi. Il risultato si deve ai ricercatori dell'Università di Kumamoto

Da uno studio giapponese condotto su topi da laboratorio arriva una possibile nuova speranza per gli uomini che hanno problemi di infertilità. Un team di ricercatori dell'Università di Kumamoto ha scoperto un nuovo gene che sarebbe coinvolto nell'infertilità maschile e che controlla la meiosi, la divisione cellulare che avviene nelle ovaie e nei testicoli per produrre uova e spermatozoi. Si tratta di Zfp541, un gene che esiste anche nell'uomo. I risultati dello studio, descritti nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Nature Communications, potrebbero aprire la strada all'identificazione di diverse cause dell'infertilità e a nuovi trattamenti.

Lo studio sui topi

Nel corso dello studio, il team di ricerca ha eliminato nei roditori la funzionalità del gene Zfp541. Gli studiosi hanno così osservato che dopo l'inattivazione del gene le cellule germinali maschili hanno iniziato una meiosi ma poi sono morte, provocando una conseguente infertilità perché non sono stati prodotti spermatozoi. "Sebbene questi risultati siano stati visti nei topi, è noto che Zfp541 esiste anche nell'uomo. Ci sono molti casi di infertilità negli esseri umani in cui la causa è sconosciuta, ma ci aspettiamo che questo risultato contribuirà alla delucidazione della patogenesi dell'infertilità, in particolare per quelli relativi alla displasia spermatica", ha spiegato il coordinatore dello studio Kei-Ichiro Ishiguro, ricercatore dell'ateneo giapponese.

Menopausa, individuati i geni che potrebbero ritardarla: lo studio sui topi

Un recente studio condotto sui topi da un team di ricercatori internazionali coordinato  dall’Università britannica di Cambridge, ha scoperto che manipolando alcuni geni che modulano l'insorgenza della menopausa sarebbe possibile ritardarne l'inizio. In un futuro prossimo, potrebbe dunque essere possibile sviluppare nuove terapie legate all'infertilitá, come sottolineato da un lavoro di ricerca pubblicato sulla rivista “Nature”. Per compiere lo studio, i ricercatori coordinati da John Perry, hanno analizzato i dati genetici presenti in due banche dati e appartenenti a 210.323 donne di origine europea, entrate in menopausa tra i 40 ed i 60 anni, e di 80mila donne di origine asiatica, per un totale di circa 13,1 milioni di varianti genetiche in tutto. Tra queste, è emerso come 290 siano in grado di regolare il processo di invecchiamento delle ovaie e il periodo di comparsa della menopausa stessa. Molti di questi geni, hanno rilevato gli esperti, sono anche collegati a specifici processi di riparazione del Dna. Inoltre, alcuni di essi sono già attivi prima della nascita, mentre altri continuano ad esserlo per tutta la vita.

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