Isolati si tende a mangiare troppo, studio sui moscerini spiega il perchè

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Lo ha sottolineato un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi della Rockefeller University, che ha preso in esame i comportamenti dei moscerini della frutta. Questi, se vengono messi in isolamento per un periodo piuttosto lungo, tendono a dormire poco e a mangiare troppo. Ad indurre questi comportamenti sarebbero dei particolari neuroni, chiamati P2, che funzionano come una sorta di “timer” della solitudine

Così come gli esseri umani, anche i moscerini della frutta, la Drosophila melanogaster, dormono poco e mangiano troppo se vengono messi in isolamento per un periodo piuttosto lungo. E, ad indurre questo comportamento e questo meccanismo, sarebbero dei particolari neuroni che funzionano come una sorta di “timer” della solitudine. A sottolinearlo, un lavoro di ricerca condotto dagli esperti della Rockefeller University e pubblicata sulla celebre rivista scientifica “Nature”.

Il ruolo di uno specifico gruppo di neuroni

Un dato in particolare ha colpito i ricercatori. I moscerini della frutta, insetti largamente usati nei test di laboratorio, sono notoriamente organismi dalle spiccate doti sociali ma, se vengono tenuti per giorni in solitudine, modificano radicalmente le loro abitudini ed i loro comportamenti. Ad esempio, iniziano a mangiare di più e a dormire meno. Si tratta, hanno riferito i ricercatori, di un cambiamento comportamentale che è possibile ritrovare in ogni animale sociale, compreso l’uomo, ma di cui fino ad oggi non si sono ancora comprese le cause. Da qui l’idea dello studio, nel quale analizzando ciò che avviene nel cervello dei moscerini posti in isolamento per più di 7 giorni, gli studiosi hanno individuato dei cambiamenti in uno specifico gruppo di neuroni, chiamati P2. Nel corso dei test effettuati, è stato possibile comprende come manipolando l’attività di questi neuroni, quando nei moscerini posti in isolamento gli stessi sono stati "spenti", si è placato l'eccessivo desiderio di cibo ed è tornata la necessità del riposo, mentre la loro stimolazione, anche per un solo giorno, induceva a mangiare e dormire come se i moscerini fossero stati isolati da un'intera settimana.

I comportamenti dei moscerini della frutta

“Siamo riusciti a far indurre i moscerini a pensare di essere in un isolamento cronico”, ha detto Wanhe Li, una delle autrici dello studio. “Sembrerebbe che i neuroni P2 siano collegati alla percezione della durata dell'isolamento sociale, o dell'intensità della solitudine, come un timer che conta da quanto tempo si è rimasti soli”, ha poi spiegato ancora. Difficilmente, hanno però sottolineato gli stessi autori della ricerca, i medesimi meccanismi possono essere riferiti anche all’uomo, ma queste scoperte nei moscerini potrebbero aiutare a far luce sui cambiamenti che si osservano, allo stesso modo, in tutti i mammiferi. “Più e più volte, la Drosophila ci ha messo sulla strada giusta”, ha detto l’esperta. Questo perché, “i moscerini della frutta sono evolutivamente molto lontani dai noi, ma quando indaghiamo nei loro sistemi, spesso troviamo i rudimenti di qualcosa che si manifesta anche nei mammiferi e negli esseri umani”, ha poi concluso.

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