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Vaccino mRna, Ema: possibile legame con casi molto rari di miocardite e pericardite

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha segnalato il comitato per la sicurezza dell’European Medicines Agency (Ema). In casi molto rari e in seguito a vaccinazione con i vaccini anti-Covid di Comirnaty (Pfizer – BioNtech) e Spikevax (precedentemente Moderna), possono verificarsi queste due condizioni infiammatorie del cuore, con sintomi quali mancanza di respiro, battito cardiaco accelerato ed irregolare e dolore toracico. E, secondo uno studio, questi effetti possono insorgere anche in chi contrae il Covid-19

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“Il comitato per la sicurezza dell'Ema (PRAC) ha concluso che miocardite e pericardite possono verificarsi in casi molto rari a seguito della vaccinazione con i vaccini anti-Covid di Comirnaty (Pfizer – Biontech) e Spikevax (precedentemente Moderna)”. Inizia così il comunicato online diffuso dall’European Medicines Agency che, si legge ancora, nel giungere alle sue conclusioni “ha preso in considerazione tutte le evidenze attualmente disponibili” e, per questo, aggiornando il "bugiardino", ha deciso di elencare queste due condizioni infiammatorie del cuore come nuovi effetti collaterali, inserendole nelle informazioni legate ai due farmaci, insieme ad un avvertimento per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone che ricevono i vaccini stessi.

I casi presi in esame

Nel giungere alle sue conclusioni, il comitato dell’Ema ha effettuato una revisione approfondita di 145 casi di miocardite nello Spazio Economico Europeo (See) tra le persone che hanno ricevuto il vaccino Comirnaty e 19 casi tra le persone che hanno ricevuto Spikevax. Lo stesso Prac ha anche riesaminato le segnalazioni di 138 casi di pericardite in seguito all'uso di Comirnaty e 19 casi in seguito all'uso di Spikevax. Alla data del 31 maggio 2021, nel See erano state somministrate circa 177 milioni di dosi di vaccino Comirnaty e circa 20 milioni di dosi di Spikevax. “Il comitato ha concluso che i casi si sono verificati principalmente entro 14 giorni dopo la vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e negli uomini adulti più giovani”, si legge nella nota. E, in cinque casi verificatisi sempre nel See, i pazienti sono deceduti. “Avevano un’età avanzata o avevano malattie pregresse”, hanno spiegato gli esperti, segnalando come i dati disponibili suggeriscano che il “decorso della miocardite e della pericardite dopo la vaccinazione è simile al decorso tipico di queste condizioni, generalmente andando a migliorare con il riposo”.

I benefici dei vaccini continuano a superare i rischi

Gli operatori sanitari, suggerisce l’Ema, devono prestare attenzione a segnali e a sintomi tipici di miocardite e pericardite e dovrebbero riferire alle persone che ricevono questi vaccini di rivolgersi immediatamente ad un medico se si verificano sintomi quali mancanza di respiro, battito cardiaco accelerato ed irregolare e dolore toracico. L'Ema, comunque, ha confermato che “i benefici di tutti i vaccini anti-Covid autorizzati continuano a superare i rischi, poiché le prove scientifiche dimostrano che riducono i decessi e i ricoveri ospedalieri dovuti alla malattia”, si legge ancora. “Come per tutti i vaccini, l'Ema continuerà a monitorare la sicurezza e l'efficacia dei vaccini e a fornire alla popolazione le informazioni più aggiornate, in particolare man mano che procede la vaccinazione su adolescenti e giovani adulti e vengono somministrate più seconde dosi. L'agenzia adotterà le misure necessarie nel caso in cui venissero riscontrati nuovi problemi di sicurezza”, hanno sottolineato gli esperti.

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Gli effetti su chi contrae il Covid-19

Tali effetti, oltre che sui vaccinati, possono insorgere anche in chi contrae il Covid-19, in alcuni casi anche con più frequenza rispetto a quanto potrebbe capitare a chi fa il vaccino. In particolare, secondo uno studio, il 71,4 % dei pazienti Covid-19 che sviluppano miocardite, è composto da uomini, con età media pari a 43,4 anni. A sottolinearlo è stata una ricerca, pubblicata sull'International Journal of Clinical Practice, eseguita dagli studiosi del Sampurnanand Medical College, in India, che hanno revisionato i risultati di 41 studi che descrivono i casi di miocardite in 42 pazienti Covid-19. Dallo studio è emerso come la febbre risultasse il sintomo maggiormente diffuso, osservato nel 57% dei pazienti, e la comorbilità più ricorrente fosse l'ipertensione. Corticosteroidi e antivirali, sono stati gli interventi farmaceutici più utilizzati. Tra i casi analizzati, 8 pazienti sono deceduti, il 67% ha superato l’infezione. “La miocardite sta diventando una delle complicanze più diffuse della malattia da nuovo coronavirus, a causa del rischio di un improvviso peggioramento delle condizioni dei pazienti. La conoscenza di questa problematica cardiaca indotta da Covid-19 è fondamentale per gli operatori sanitari”, ha commentato Sawai Singh Rathore, ricercatore del Sampurnanand Medical College.

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La novità che riguarda Johnson & Johnson

Nell'ambito delle verifiche effettuate dall'Ema, la stessa agenzia ha sconsigliato l'uso del vaccino prodotto da Janssen (Johnson&Johnson) in pazienti con problamtiche legate alla sindrome da perdita capillare, caratterizzata da episodi acuti di edema che colpiscono principalmente gli arti, ipotensione, emoconcentrazione e ipoalbuminemia. Il Prac, infatti, ha raccomandato di non utilizzare il prodotto adenovirale in chi soffre o ha sofferto di questa malattia. Si tratta, hanno spiegato nel dettaglio gli esperti, di una "condizione molto rara e grave che provoca perdita di liquidi dai piccoli vasi sanguigni, con conseguente gonfiore principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, ispessimento del sangue e bassi livelli ematici di albumina". 

 

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