Malaria, il parassita che la trasmette può nascondersi nella milza

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Lo ha sottolineato lo studio di un team di esperti della Menzies School of Health Research, che fa parte dell'Università di Sydney. La scoperta, riportata sulla rivista scientifica “Plos Medicine”, fa così nuova luce su quanto già si conosceva a proposito della biologia della malaria e potrà avere importanti implicazioni per i programmi di eliminazione della stessa

La malaria umana, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, “è una malattia che può avere esito fatale, causata da protozoi parassiti trasmessi all’uomo da zanzare femmine infette, del genere Anopheles”. Attualmente la malaria risulta diffusa principalmente in zone tropicali e subtropicali del mondo e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si tratta di “una malattia seria, prevenibile e curabile se diagnosticata tempestivamente e trattata con farmaci adeguati”. Dalla ricerca scientifica, arriva un’importante scoperta, legata a questa patologia. Il parassita della malaria, appartenente al genere Plasmodium, è conosciuto per la sua capacità di insediarsi nei globuli rossi del sangue. Un team di scienziati australiani, però, ha scoperto un altro “espediente” utilizzato dal parassita che trasmette la malattia: può annidarsi indisturbato nella milza, l'organo che ha la funzione di filtrare il sangue.

Nuova luce sulla biologia della malaria

La scoperta, riportata sulle riviste scientifiche “Jama” e “Plos Medicine”, fa dunque nuova luce su quanto già si conosceva a proposito della biologia della malaria e ha importanti implicazioni per i programmi di eliminazione della stessa, come sottolineato dal responsabile della ricerca, Steven Kho, della Menzies School of Health Research che fa parte dell'Università di Sydney. Nella ricerca, hanno riferito gli studiosi, è stato raccolto tessuto di milze rimosse da 22 persone che vivevano nella provincia indonesiana di Papua. Le persone non avevano sintomi e la milza era stata rimossa perché lesionata nel corso di un incidente. Gli scienziati credevano già da tempo che una seconda generazione di parassiti della malaria potesse annidarsi in altri organi, tra cui proprio la milza, ma fino ad oggi non si era trovata alcuna evidenza diretta.

La presenza del parassita

“Abbiamo trovato che molte persone hanno parassiti della malaria nella milza e non nel sangue in circolazione”, ha spiegato l’esperto, secondo cui “nessuno aveva finora condotto uno studio per mostrare dove questi parassiti si nascondano effettivamente”. In base alla scoperta effettuata, ha continuato Kho, è dunque possibile sostenere che la presenza di questo parassita “può non essere individuata da programmi di screening, che mirano alla presenza dello stesso nei globuli rossi del sangue”. E non sarebbe l’unico problema, dato che, ha rilevato l’esperto, le persone con milza infettata non avvertono sintomi, ed è improbabile che possano rivolgersi ad un trattamento medico. “Questo significa che sono portatori e possono trasmettere la malattia nella popolazione se una zanzara le punge, una volta che il parassita circola nel flusso sanguigno”, ha spiegato ancora.

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