Vaccino anti Covid, ipotesi del richiamo in autunno per sanitari, over 80 e fragili
Salute e BenessereIn attesa di capire quanto duri la copertura dei vaccini, già da novembre potrebbe ripartire l’immunizzazione delle fasce di popolazione vaccinate per prime, tra gennaio e aprile
E già si parla di terza dose del vaccino anti Covid-19 (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI NEL LIVEBLOG). Con la campagna vaccinale ormai finalmente lanciata e all’orizzonte il nuovo target del Commissario Figliuolo – 1 milione di inoculazioni al giorno, disponibilità delle dosi permettendo – il dibattito scientifico si accende sull’ipotesi di somministrare già dal prossimo autunno una terza dose alle fasce di popolazione che sono state vaccinate per prime, quindi personale sanitario e over 80. Se, infatti, è ormai assodato il fatto che dovremo vaccinarci contro il virus SARS-CoV-2 ciclicamente, come già avviene con il vaccino antinfluenzale, non è ancora chiara la tempistica con cui, una volta ricevute prima e seconda dose (solo il vaccino J&J prevede al momento un’unica inoculazione) dovremo sottoporci ai richiami.
Quanto dura la copertura del vaccino?
Non si hanno certezze su quanti mesi di copertura assicurino i vaccini anti Covid-19 che abbiamo a disposizione: Pfizer-BioNtech, Moderna, AstraZeneca (Vaxzevria) e Johnson&Johnson. Nove mesi, dodici, di meno o di più? Bisognerà osservarlo nella vita reale, ossia monitorando la tenuta degli anticorpi nella popolazione vaccinata. Una sorveglianza non semplice dell’immunità, vale a dire della protezione dal virus che scatena il Covid-19, che tra l’altro potrebbe variare a seconda dell’età oppure delle condizioni di salute di ognuno di noi. Premesse tutte queste difficoltà che possono essere risolte solo con il passare dei mesi e la sorveglianza, il mondo scientifico - che è alle prese con l’evoluzione del virus e lo studio delle varianti che rappresentano un rischio concreto – ha l’obbligo di portare avanti ragionamenti e ipotesi su come organizzare il proseguimento della campagna vaccinale una volta che almeno il 70% della popolazione (42 milioni di italiani) sarà immunizzato, ci si augura nei prossimi mesi di settembre e ottobre.
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Il rischio varianti, aspettando l’autunno
Proprio dopo l’estate, con la ripresa a pieno regime delle attività lavorative e la riapertura dell’anno scolastico, il virus potrebbe riguadagnare forza, complice l’arrivo di temperature più basse. Per queste prevedibili motivazioni, è necessario pensare già oggi ad una seconda fase della campagna vaccinale, un secondo ciclo che si basi sulla somministrazione del richiamo (ossia la terza dose), a chi ha ricevuto le prime due tra gennaio e aprile. Vale a dire circa 6 milioni di italiani: 2 milioni di sanitari e 4 milioni tra over 80 e fragili.
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La Gran Bretagna si organizza
Se la Gran Bretagna finora ha mostrato – in Europa – come si porta avanti una campagna vaccinale di successo, dovrebbe dirci qualcosa il fatto che sta già pensando in maniera molto pratica a questa nuova fase. fase premier Boris Johnson ha annunciato l’acquisto di 60 milioni di dosi extra di Pfizer per i richiami dell’autunno. Un vero e proprio secondo round anti Covid-19 per cui anche l’Unione Europea, che si muove per tutti i Paesi membri, si sta organizzando visto che sono stati avviati negoziati per 1,8 miliardi di dosi di vaccini di seconda generazione con Pfizer e Moderna.
Terza dose, Galli: "Una sciocchezza"
Seconda generazione che sarà più “semplice” per i vaccini che si basano sulla tecnologia a mRNA. Se qualche giorno fa sia il fondatore di BioNtech Ugur Sahin che il Ceo di Pfizer Albert Bourla hanno parlato della necessità di una terza dose del loro siero per avere una protezione ancora più efficace dal virus che provoca il Covid, il Direttore di Malattie Infettive del Sacco di Milano Massimo Galli pensa che sia una “sciocchezza” somministrare la terza dose dello stesso vaccino ma che invece la comunità scientifica debba piuttosto concentrarsi sullo studio delle varianti e sulla produzione di vaccini che coprano anche da quelle.