Covid, Crisanti: coppia di turisti cinesi i “pazienti zero” di Vo'

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Lo ha scoperto un team di esperti dell'università di Padova che è riuscito così ad individuare i cosiddetti “pazienti zero” del Veneto in un 66enne e nella moglie 65enne. Entrambi erano provenienti da Wuhan. Proprio a Vo', tra l’altro, viveva Adriano Trevisan, il 77enne che a febbraio dello scorso anno era diventato la prima vittima italiana della pandemia di coronavirus

Il ceppo virale circolante ad inizio pandemia a Vo', il piccolo centro sulle pendici dei Colli Euganei salito agli onori della cronaca quando i primi casi di coronavirus sono emersi anche in Italia, è identico a quello di due turisti cinesi, provenienti da Wuhan. Lo ha scoperto un team di esperti dell'università di Padova, guidato da Andrea Crisanti, che è riuscito così ad individuare i cosiddetti “pazienti zero” del Veneto. Proprio a Vo', tra l’altro, viveva Adriano Trevisan, il 77enne che il 21 febbraio 2020 è diventato, suo malgrado, la prima vittima italiana della pandemia.

Il viaggio della coppia cinese

I ricercatori, come riporta anche un articolo del “Corriere del Veneto”, sono sicuri che i “pazienti zero” siano due turisti cinesi, un 66enne e la moglie 65enne provenienti da Wuhan, l’esteso capoluogo della provincia di Hubei, nella Cina Centrale da dove gli esperti indicano sia cominciata la diffusione del virus. La coppia, proprio a gennaio dello scorso anno era atterrata presso l'aeroporto di Malpensa con una comitiva di connazionali, in viaggio per una vacanza in Italia. Tra le prime tappe del viaggio organizzato nel nostro Paese, vi fu proprio il Veneto dove i due sarebbero entrati in contatto con la persona, secondo gli studiosi, che poi ha diffuso il contagio tra decine di abitanti di Vo’.

Il confronto tra i campioni di sangue

La scoperta, già comunicata da Crisanti al sindaco del piccolo comune veneto, Giuliano Martini, è stata possibile analizzando i campioni del sangue della coppia cinese, poi messi a confronto con quelli degli abitanti di Vo'. A quel punto è emersa, effettivamente, una stretta correlazione. E, proprio per questo motivo, il primo cittadino del comune euganeo ha voluto lanciare un appello, rivolto in particolare ai residenti che erano risultati positivi al coronavirus per primi, tra febbraio e maggio del 2020. "A queste persone chiediamo di provare a ricordare se hanno avuto contatti con le città di Venezia, Verona o Parma nei giorni dal 23 al 27 gennaio 2020”, ha detto Martini. “Qualsiasi contatto può essere importante, anche indiretto". A questo punto, come sottolineato da Crisanti, "ci manca davvero poco per ricostruire l'intera catena di trasmissione”. Secondo il microbiologo, dagli studi effettuati dal suo team di lavoro, “l'inizio dei contagi a Vo' risalirebbe alla prima settimana di febbraio, quindi diversi giorni dopo la scoperta della positività dei due cinesi". Esiste, a questo punto, una sorta di anello mancante: qualcuno, direttamente collegato al piccolo paese padovano, che si sarebbe infettato senza rendersene conto, proprio a causa della coppia cinese. Ed è proprio la persona a cui il sindaco di Vo’ e gli studiosi vorrebbero cercare di arrivare.

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