Come riporta l’agenzia di stampa Tanjug, lo avrebbe annunciato la premier serba Ana Brnabic, spiegando che al momento la campagna vaccinale del Paese è concentrata sull'immunizzazione dei cittadini serbi
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tanjug, la Serbia avrebbe deciso di sospendere temporaneamente la somministrazione dei vaccini anti-Covid agli stranieri. Lo avrebbe annunciato la premier serba Ana Brnabic. Rispondendo in conferenza stampa a una domanda sui motivi della scelta, Brnabic si sarebbe limitata a dire che al momento la campagna vaccinale del Paese è concentrata sull'immunizzazione dei cittadini serbi, senza fornire ulteriori dettagli.
Nel Paese, che conta circa 7 milioni di abitanti, sono state somministrate finora oltre 2,6 milioni di vaccinazioni, 1,1 milioni delle quali sono seconde dosi.
Covid, in Serbia "turisti del vaccino" da tutti i Balcani
Nell'ultimo fine settimana di marzo, la Serbia aveva dato la possibilità ai cittadini dei Paesi limitrofi (bosniaci, macedoni, montenegrini, albanesi, kosovari) di vaccinarsi gratuitamente contro il Covid a Belgrado e a Nis (sud della Serbia), dopo aver compilato un questionario di prenotazione online, disponibile solo in lingua serba sul portale eUprava. Si tratta dello stesso questionario utilizzato per la prenotazione del vaccino dei cittadini serbi. Agli stranieri era stata data anche la possibilità di scegliere quale vaccino farsi somministrare tra quelli autorizzati nel Paese: AstraZeneca, Moderna, Pfizer, il russo Sputinik V e il cinese Sinopharm. Secondo i media, oltre 22mila stranieri dei Paesi balcanici si sarebbero recati a Belgrado a fine marzo per ricevere il vaccino. Ma la possibilità di vaccinarsi in territorio serbo ha generato un boom di richieste anche al di fuori del territorio balcanico. In Serbia per la vaccinazione anti-Covid sono approdati anche alcuni cittadini italiani e di altri Paesi Ue, alcuni dei quali con cittadinanza anche serba.
Non è da escludere, che in futuro il Paese scelga di effettuare nuove campagne vaccinali a favore dei cittadini dei Paesi balcanici vicini, a cui peraltro Belgrado ha già donato migliaia di dosi di vaccino per consentire l'avvio dei programmi di immunizzazione delle rispettive popolazioni.