Covid, il farmaco Niclosamide potrebbe bloccare il danno polmonare: lo studio

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È quanto emerso da uno studio del King’s College London, Università di Trieste e Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste, che avrebbe identificato il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2  

La niclosamide, un farmaco antiparassitario utilizzato da oltre 50 anni per combattere le infezioni intestinali, potrebbe essere in grado di bloccare il danno polmonare causato da Covid-19, ovvero gli effetti dannosi che la proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 causa alle cellule. A dare una nuova speranza, nell’ambito delle cure contro il Covid, è uno studio condotto da un team di ricercatori del King’s College London, dell'Università di Trieste e del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste. Sulla base di questi nuovi risultati, in India è già stata avviata una sperimentazione clinica del farmaco su 120 pazienti.

Lo studio nel dettaglio

Nel corso dello studio, descritto sul dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Nature, il team di ricerca è inizialmente riuscito a identificare il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2 e solo successivamente ha individuato il farmaco che potrebbe bloccarne il processo.
Per farlo i ricercatori, coordinati da Mauro Giacca, professore dell'Università di Trieste, docente di Cardiovascular Sciences al King's College di Londra, e responsabile del Laboratorio di Medicina Molecolare dell'Icgeb, hanno effettuato uno screening di laboratorio su oltre 3mila farmaci già approvati per la terapia di diverse patologie.

Il farmaco potrebbe anche bloccare la replicazione del virus

"Le nostre ricerche mostrano come Spike attivi una famiglia di proteine della cellula, TMEM16, indispensabili per la fusione cellulare. Questo meccanismo è anche alla base dell'attivazione delle piastrine e potrebbe quindi anche spiegare perché il 70% dei pazienti con Covid-19 grave sviluppa una trombosi", ha spiegato Giacca, il coordinatore dello studio. Secondo quanto emerso dall'analisi, la Niclosamide, inibendo TMEM16 e la fusione delle cellule, sarebbe anche in grado di bloccare la replicazione del virus.
"Questa ricerca è importante - ha spiegato Giacca - anche perché sposta l'attenzione dal tentativo di bloccare la moltiplicazione del virus, come finora hanno cercato di fare con alcuni farmaci, con scarso successo, a quello di inibire il danno causato all'organismo dalle cellule infettate". "Sono sempre più convinto che Covid-19 sia una malattia causata non dalla semplice distruzione delle cellule infettate dal virus, ma dalla persistenza di queste cellule nell'organismo per periodi lunghi di tempo. Il meccanismo che abbiamo scoperto potrebbe anche essere coinvolto nello sviluppo del cosiddetto Covid lungo, spiegando la difficoltà che molti pazienti hanno a ricuperare dopo la malattia", ha concluso il coordinatore dello studio.

bollettino 8 aprile

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