Lo ha sottolineato l’Associazione Nazionale Magistrati, dopo che “il nuovo Piano strategico vaccinale, non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia”. Senza interventi normativi, l’Anm invita i dirigenti degli uffici giudiziari ad adottare misure “al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente”
“Il nuovo Piano strategico vaccinale, modificando le Linee Guida approvate dal Parlamento nel dicembre 2020, non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia. Il Governo considera, dunque, il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione, tanto da non ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo per gli operatori”. Con queste parole, apparse all’interno di un comunicato, l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha invitato, nel caso in cui “dovessero inspiegabilmente mancare interventi normativi”, i dirigenti degli uffici giudiziari “ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente”.
La segnalazione dell’Anm
“L’attuale situazione epidemica non differisce molto da quella di un anno fa ed è semmai aggravata dal fatto che la diffusione del virus ed il livello di saturazione degli ospedali colpiscono oggi drammaticamente tutto il territorio italiano”, si legge ancora nella nota dell’Anm. Tuttavia, sebbene un anno fa fosse stata disposta la temporanea sospensione dell’attività giudiziaria, ad eccezione di poche tipologie di procedimenti urgenti, “attualmente negli uffici giudiziari di tutta Italia si continua a lavorare con le stesse modalità e con gli stessi ritmi del periodo antecedente la pandemia, con l’unico precario e insoddisfacente meccanismo di cautela costituito dalla disciplina emergenziale, che peraltro, seppure limitata ad alcune attività processuali e sostanzialmente insufficiente soprattutto per il settore penale, non risulta neppure prorogata benché ne sia prossima la scadenza”, scrive l’Associazione cui aderisce circa il 90% dei magistrati italiani.
Un approfondimento sulla situazione di chi lavora nel settore giudiziario
"La preoccupazione espressa da magistrati, avvocati e personale rispetto ai rischi di contagio negli uffici giudiziari è comprensibile e legittima. In questa scia, non posso che assicurare e confermare che il servizio giustizia certamente non è da meno rispetto ad altri servizi essenziali". Lo ha dichiarato il Sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. "La situazione di chi lavora nel settore giudiziario merita un urgente e utile approfondimento, che mi impegno a sollecitare, affinché l'emergenza pandemica, che già si è trasformata in emergenza economica, non diventi anche una catastrofe per l'amministrazione della giustizia", ha poi concluso.