
Covid, al via in almeno 15 regioni le terapie con anticorpi monoclonali
È iniziata in molti territori la somministrazione dei farmaci in grado di ridurre le complicanze e i ricoveri dei pazienti con sintomi lievi. Sono destinati a chi presenta fattori di rischio come obesità, diabete, malattia renale o immunodeficienze primitive o secondarie. La prescrizione e gli aspetti organizzativi sono affidati alle singole Regioni. Il Decreto Sostegni ha destinato 400 milioni di euro all’acquisto di monoclonali

In almeno 15 regioni italiane - ma la lista è in continuo aggiornamento - è iniziata la somministrazione di anticorpi monoclonali a pazienti con sintomi lievi o moderati di Covid-19 che presentino particolari fattori di rischio come obesità, diabete con complicanze, dialisi o trapianto
Covid, Roche: risultati promettenti dagli studi sugli anticorpi monoclonali
Gruppi di ricerca in tutto il mondo stanno lavorando allo sviluppo di anticorpi monoclonali efficaci contro il Covid-19. Ma al momento solo due, quelli della Regeneron e di Eli Lilly, sono in commercio e approvati dall'Aifa
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Questi farmaci, in grado di ridurre ricovero e complicanze se assunti precocemente, possono venire somministrati endovena in centri specialistici a pazienti selezionati da Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e medici di medicina generale. Come indicato dall’Aifa, la scelta in merito alle "modalità di prescrizione degli anticorpi monoclonali, come pure la definizione degli specifici aspetti organizzativi” vengono lasciate “alle singole Regioni"
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Il Lazio, dove sono 11 le strutture che possono somministrare gli anticorpi monoclonali, è anche la prima Regione ad aver avviato una sperimentazione con questi farmaci all'Istituto Spallanzani
Quali sono gli anticorpi monoclonali allo studio e quelli autorizzati
In Liguria sono almeno 11 i pazienti che hanno ricevuto la terapia
Lo speciale coronavirus
Il 19 marzo i farmaci sono stati somministrati nelle Marche e in Campania, e si sono mosse in fretta anche Valle d'Aosta, Veneto, Umbria e Friuli Venezia Giulia
La situazione in Italia: grafici e mappe
Le prime dosi sono arrivate il 22 marzo in Toscana, dove sono state individuate finora 12 strutture idonee a praticare il trattamento, coordinate da una cabina di regia

Partite le somministrazioni anche in Piemonte ed Emilia-Romagna

Il 25 marzo è stata fatta la prima consegna all'ospedale Perrino di Brindisi e i farmaci sono arrivati anche in Lombardia, dove i centri autorizzati sono già 17 e “sono in attesa di autorizzazione altre cinque Asst”, ha fatto sapere l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti

Il 27 marzo le prime somministrazioni in Sicilia e Abruzzo. Mancano al momento notizie relative alle Province Autonome di Bolzano e Trento e a Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna

"Con gli anticorpi monoclonali abbiamo trattato finora 22 pazienti positivi al Covid e registrato un solo ricovero, che peraltro riguarda una persona che ha aderito alla sperimentazione AstraZeneca con modalità doppio cieco e che quindi potrebbe avere ricevuto il placebo anziché il farmaco", ha detto Francesco Menichetti, responsabile scientifico del progetto che vede l'ospedale di Cisanello di Pisa essere il primo centro italiano ad adottare la terapia

"La terapia viene somministrata tramite infusione endovenosa - spiegano gli Ospedali Riuniti di Ancona - e richiede la massima cura e precisione nella procedura di preparazione del farmaco". La preparazione personalizzata dei farmaci iniettabili "rappresenta un aspetto critico per le strutture sanitarie poiché comporta numerosi rischi per la sicurezza dei pazienti e degli operatori, nonché notevoli costi e possibili inefficienze organizzative"

Per questo gli Ospedali Riuniti si affidano ai robot e sono precursori a livello mondiale nell'utilizzo della robotica per la preparazione di farmaci iniettabili innovativi. I robot “Apoteca”, sviluppati grazie al laboratorio pubblico-privato (Ospedali Riuniti di Ancona e impresa Loccioni) "svolgono in autonomia tutte le operazioni più complesse e delicate per garantire la corretta composizione della terapia e intercettare ogni possibile errore in fase di convalida, trascrizione, preparazione e consegna”

Il 26 marzo Huzur Devletsah, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, ha annunciato che “in Italia è stata completata la distribuzione della combinazione di bamlanivimab e etesivimab, nei 265 centri individuati dall'Agenzia Italiana del Farmaco, su tutto il territorio nazionale, coprendo così tutte le province italiane"

"Dal nostro punto di vista - ha aggiunto Devletsah - lo sviluppo di anticorpi da parte di Lilly e di altre aziende è fondamentale per affrontare l'evoluzione del virus, comprese le varianti emergenti che possono differire da Paese a Paese o anche nelle singole regioni. Questa convinzione - ha concluso - ha guidato il nostro lavoro sulla combinazione bamlanivimab ed etesevimab e continuerà a caratterizzare la nostra strategia in futuro"

Con il decreto Sostegni ci saranno 700 milioni per l'acquisto di farmaci anti-Covid di cui 400 andranno per l'acquisto di farmaci con anticorpi monoclonali che "si stima che potrebbero essere autorizzati nei prossimi 3-4 mesi", spiega la relazione tecnica che accompagna il provvedimento

A febbraio l’Aifa ha dato il suo via libera all’utilizzo degli anticorpi monoclonali ritenendo “opportuno offrire comunque un'opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati che, pur con malattia lieve/moderata, risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19". In seguito il ministro della Salute Roberto Speranza con un decreto ha autorizzato la distribuzione dei farmaci prodotti da Regeneron ed Eli Lilly

L’Aifa ha anche richiamato l'attenzione sugli aspetti organizzativi legati al trattamento, sottolineando che l'infusione endovenosa dei farmaci deve essere effettuata in un tempo di 60 minuti (seguiti da altri 60 minuti di osservazione) in setting che consentano una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi

L'Agenzia italiana del farmaco indica come ad alto rischio, e quindi destinatari dei monoclonali, soggetti con le seguenti condizioni: Body Mass Index (BMI) maggiore o superiore a 30, malattia renale cronica, diabete non controllato, immunodeficienze primitive o secondarie, età di 65 anni o più

I soggetti con più di 55 anni con malattie cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d'organo), BPCO e/o altre malattie respiratorie croniche

I soggetti tra 12-17 anni con BMI maggiore o uguale a 85esimo percentile per età e genere, anemia falciforme, malattie cardiache congenite o acquisite, malattia del neurosviluppo, dipendenza da dispositivo tecnologico (p.es. soggetti con tracheotomia, gastrostomia, etc), asma, o altre malattie rare