Covid, Rappuoli: "I nostri anticorpi monoclonali capaci di neutralizzare le tre varianti"
Salute e BenessereLo ha riferito il coordinatore della ricerca sugli anticorpi monoclonali di Toscana Life Sciences in un intervento ad "Agorà", su Rai 3. "Stanno per entrare in fase clinica di sviluppo, la prossima settimana o la successiva e aspettiamo siano pronti prima dell'estate", ha aggiunto
Gli anticorpi monoclonali, messi a punto dalla Fondazione Toscana Life Sciences (Tls) di Siena, sembrano essere efficaci contro le tre principali varianti del coronavirus: inglese, sudafricana e brasiliana. Lo ha riferito il coordinatore del team di ricerca, Rino Rappuoli, direttore scientifico di Gsk Vaccines, in un intervento ad "Agorà", su Rai 3. "Le varianti hanno messo in crisi molti degli anticorpi monoclonali sviluppati fino ad ora. I nostri per fortuna appartengono a anticorpi monoclonali di seconda generazione che riescono a neutralizzare anche le tre principali varianti", ha dichiarato Rappuoli.
Monoclonali: al via la fase clinica di sviluppo
Come precisato dal microbiologo, i monoclonali frutto della ricerca condotta in Italia "stanno per entrare in fase clinica di sviluppo, la prossima settimana o la successiva e aspettiamo siano pronti prima dell'estate".
"Siamo confidenti che andranno bene - ha aggiunto - perché i dati che abbiamo finora sono buoni. Ma fino all'ultimo non si può dire l'ultima parola".
Il coordinatore della ricerca sugli anticorpi monoclonali di Toscana Life Sciences ha poi sottolineato che il farmaco anti-Covid messo a punto dal suo team si differenzia dagli anticorpi attualmente disponibili "perché è più potente". Questo significa, ha precisato Rappuoli, "che dei nostri" monoclonali "ne servono molti meno e quindi sono meno costosi". "Inoltre possono esser fatti con un'iniezione fatta ovunque, senza necessariamente andare in ospedale", ha aggiunto.
Secondo il microbiologo, i monoclonali, sviluppati in laboratorio a partire da anticorpi di convalescenti, "sono la prima cura che sarà a disposizione contro il Covid, perché antivirali specifici arriveranno solo in seguito". "Dovrebbero esser dati alle persone più a rischio, appena ricevuta la risposta positiva al tampone. Prima vengono dati e meglio è", ha poi precisato Rappuoli.