Ghiandole lacrimali in provetta hanno "pianto" per la prima volta. Lo studio
Salute e BenessereIl risultato, ottenuto dai ricercatori dell'Hubrecht Institute e dell'University Medical Center di Utrecht, nei Paesi Bassi, apre la strada allo sviluppo di nuove terapie contro disturbi oculari comuni, come l'occhio secco, di cui soffre circa il 5% della popolazione
Le ghiandole lacrimali coltivate in provetta a partire da cellule staminali umane da un team di ricercatori dell'Hubrecht Institute e dell'University Medical Center di Utrecht, nei Paesi Bassi, hanno pianto per la prima volta. Il risultato, descritto nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Cell Stem Cell, apre la strada allo sviluppo di nuove terapie contro disturbi oculari comuni, come l'occhio secco, di cui soffre circa il 5% della popolazione. Le ghiandole lacrimali sono infatti essenziali per la lubrificazione e la protezione dell'occhio. Secondo i ricercatori, questi organoidi umani in miniatura in futuro potrebbero anche essere usati nei trapianti.
Prime lacrime da ghiandole lacrimali in provetta
“La sfida è stata quella di indurre gli organoidi a piangere, dato che questo è il tratto distintivo delle ghiandole lacrimali”, ha spiegato Marie Bannier-Hélaouet dell'Hubrecht Institute, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio. “Abbiamo dovuto modificare il cocktail dei fattori di crescita in cui sono coltivati gli organoidi in modo da far maturare le cellule come quelle delle nostre ghiandole lacrimali capaci di piangere”. Nello specifico, nel corso dello studio il team di ricerca ha somministrato alle ghiandole lacrimali coltivate in provetta la noradrenalina, il neurotrasmettitore che scatena il pianto. Così facendo hanno notato che questi organoidi umani in miniatura si sono gonfiati come palloncini, per effetto delle lacrime prodotte e riversate nel loro lume interno.
Lo studio sui topi
In un successivo esperimento condotto su roditori, il team di ricerca ha trapiantato questi organoidi nelle ghiandole lacrimali di topo per valutare il loro potenziale uso nel campo della medicina rigenerativa. Dopo due settimane dal trapianto, le cellule umane avevano formato strutture simili ai dotti lacrimali che hanno resistito per due mesi e che contenevano proteine tipiche delle lacrime.
"Questo studio fornisce una piattaforma sperimentale per studiare la (pato) fisiologia della ghiandola lacrimale", hanno concluso i ricercatori.