Tumore del retto: nuove tecniche per predire la risposta ai trattamenti

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Nuovi metodi di analisi delle immagini consentiranno di ottimizzare l'efficacia delle terapie contro la patologia e di personalizzare la cura in base alle necessità e al quadro clinico di ogni paziente. A suggerirlo è un nuovo studio del Servizio di Radiologia dell'Università "d'Annunzio" e della Asl Lanciano Vasto Chieti

In un prossimo futuro, grazie a nuove e avanzate tecniche di analisi delle immagini, sarà possibile predire precocemente la risposta al trattamento dei pazienti con tumore del retto. A suggerirlo è un nuovo studio del Servizio di Radiologia dell'Università "d'Annunzio" e della Asl Lanciano Vasto Chieti, coordinato dal radiologo e ricercatore Andrea Delli Pizzi. L'analisi, a cui hanno preso parte radiologi, radioterapisti, chirurghi, fisici e ingegneri della sanità teatina, suggerisce che queste nuove tecniche, come la radiomica e l'Intelligenza artificiale, consentiranno anche di ottimizzare l'efficacia delle terapie contro la patologia e di personalizzare la cura in base alle necessità e al quadro clinico di ogni paziente.

Le potenzialità delle nuove tecniche

Nello specifico, lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, descrive le potenzialità di nuove tecniche avanzate di analisi delle immagini, in grado di determinare già durante il primo esame di risonanza magnetica quale sarà la risposta dei pazienti al trattamento. Tramite queste nuove tecnologie sarà possibile calibrare la terapia in base alla situazione di ogni paziente, migliorando al contempo l'efficacia del trattamento e ottimizzando le speranze di guarigione.
La pubblicazione su Scientific Reports rappresenta "un riconoscimento prestigioso per il nostro reparto ancor più perché condotto in un periodo difficile. Oltre alla Radiologia, hanno collaborato la Radioterapia di Chieti con il gruppo di ricerca di Domenico Genovesi, ricercatori dell'Istituto di Tecnologie Avanzate Biomediche (Itab) tra cui Piero Chiacchiaretta, Antonio Chiarelli e Pierpaolo Croce, e il gruppo di ricerca coordinato da Regina Beets Tan (Stefano Trebeschi, Doenja Lambregts) del Netherland Cancer Institute di Amsterdam", ha commentato il coordinatore dello studio Andrea Delli Pizzi. "Si tratta di un esempio di ricerca traslazionale che ha messo insieme più competenze e discipline. Un grazie particolare va a tutti gli specializzandi che hanno preso parte a questi due anni di lavoro e che oggi condividono con noi questo bel risultato", ha concluso il principale autore dello studio.

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