Vaccini Covid, Ema: l'11 marzo possibile via libera a Johnson&Johnson

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L'Agenzia europea del farmaco convocherà una sessione straordinaria del suo comitato per i medicinali per uso umano l'11 marzo "per prendere in considerazione l'autorizzazione del vaccino” statunitense. Ieri il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato ufficialmente una partnership mediata dalla Casa Bianca tra Merck e Johnson & Johnson's, due della maggiori case farmaceutiche mondiali tradizionalmente rivali, per accelerare la produzione dei vaccini monodose della J&J

L'Agenzia europea del farmaco convocherà una sessione straordinaria del suo comitato per i medicinali per uso umano l'11 marzo "per prendere in considerazione l'autorizzazione del vaccino" Johnson&Johnson. Lo ha reso noto l'Ema. "Quel giorno potrebbe essere emesso un parere sull'autorizzazione all'immissione in commercio di questo vaccino, a condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi e che qualsiasi informazione aggiuntiva richiesta per completare la valutazione sia prontamente presentata", precisa l’agenzia (CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA CON MAPPE E INFOGRAFICHE).

Lo storico accordo tra Merck e J&J

Ieri il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato ufficialmente una partnership mediata dalla Casa Bianca tra Merck e Johnson & Johnson, due della maggiori case farmaceutiche mondiali tradizionalmente rivali, per accelerare la produzione dei vaccini monodose della J&J. "Una collaborazione simile a quella che abbiamo visto nella seconda guerra mondiale", ha sottolineato, ricordando di aver invocato la 'Defence production act', una legge che risale alla guerra con la Corea, per adattare due impianti della Mercks alla produzione del vaccino. "Tre settimane fa ho annunciato che avremmo avuto abbastanza vaccini per tutti gli americani entro la fine di luglio, oggi, con l'arrivo di un terzo vaccino e gli sforzi per potenziare la produzione, dico che ne avremo abbastanza per tutti gli americani entro la fine di maggio", ha detto.

A file photo taken on November 17, 2020 shows vials with Covid-19 Vaccine stickers attached and syringes with the logo of US pharmaceutical company Johnson & Johnson.  (Photo by JUSTIN TALLIS / AFP)

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L’ipotesi sulla produzione di un vaccino in Italia

In Italia, il tema cruciale della produzione dei vaccini anti-Covid sarà nuovamente oggi sul tavolo del Mise. Dopo l'incontro della scorsa settimana, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti vedrà nuovamente il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il presidente dell'Aifa Giorgio Palù e il neo commissario per l'emergenza Paolo Figliuolo al posto di Domenico Arcuri, che aveva preso parte alla precedente riunione. Al centro del meeting, la verifica della possibilità concreta di produrre vaccini anti-Covid presso impianti italiani. "In particolare - avevano spiegato dal ministero - sarà necessario appurare l'individuazione di tutte le componenti produttive compatibili con la realizzazione di vaccini e verificare un orizzonte temporale congruo con le esigenze del Paese per superare la fase pandemica”. Per giovedì è invece fissato, sempre al Mise, un incontro tra Giorgetti e il commissario Ue Thierry Breton, responsabile della task force Ue sui vaccini per discutere del piano europeo di rafforzamento della produzione. Un argomento che resta al centro di trattative internazionali tra le aziende produttrici del vaccino, e che detengono i brevetti, e altre case farmaceutiche che, pur non avendo gli impianti adatti per la fase centrale della realizzazione, possono fornire i loro impianti per diversi passaggi produttivi. A quanto sembra infatti, come ha già spiegato in diverse occasioni Scaccabarozzi, "il tema centrale non sono i brevetti. Le grandi multinazionali farmaceutiche hanno tutto l'interesse a stringere accordi di produzione per conto terzi".

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